Napoli Comicon: conclusioni e cose da portarsi via.
Il Napoli Comicon è finito da qualche settimana e, causa delirio di impegni, mi sono preso il mio tempo per stilarne un bilancio.
Cosa temevo?
Che la nuova incarnazione della fiera mi avrebbe irrimediabilmente deluso e che avrei rimpianto la spettacolare location di Castel S.Elmo.
Intendiamoci, non che a S.Elmo la situazione fosse più sostenibile.
L’anno scorso sembravamo tutti comparse di un brutto adattamento de La maschera della morte rossa di Poe, stretti tra di noi a farci i complimenti per le rispettive pubblicazioni e a bearci di poter passeggiare tranquillamente per le vie del castello finalmente liberi del caos generato da quel fastidioso pubblico pagante.
La scelta di un radicale cambio nella disposizione logistica del Comicon serviva, sulla carta, a risanare quella scissione che era avvenuta tra i diversi mondi che gravitano intorno al fumetto, nella speranza di ottenere un risultato che potesse finalmente competere con quello che è riuscita a raggiungere Lucca Comics & Games negli ultimi anni.
La sfida è stata vinta?
Per quanto mi riguarda, assolutamente sì.
Aldilà dell’aspetto meramente economico (sono stati strappati un numero di biglietti tali da far gridare al record), la nuova Napoli Comicon è riuscita nella missione apparentemente impossibile di coniugare i diversi elementi di interesse e attrazione in un’unica, agevole soluzione.
Dalle mostre, alle sfilate dei cosplayer, passando per le premiazioni, le conferenze e la vendita diretta allo stand, tutto ha funzionato a meraviglia.
Grazie anche allo splendido sole che ci ha benedetto per tutti i giorni della fiera, l’aria nei corridoi non è mai mancata, l’accesso alle aree stampa e pro era comodo e ben organizzato e nonostante il grande afflusso di gente, passeggiare per gli spazi espositivi, è sempre stato un piacere.
L’esperienza fiera, grazie anche alla competenza, all’attenzione e alla disponibilità dello staff preparato da Claudio e Alino è stata indimenticabile.
Tutto rose e fiori quindi?
Sì, con l’eccezione di una spina.
L’anello debole di tutta questa meravigliosa catena è stata la biglietteria, davanti alla quale ho assistito personalmente a code interminabili.
Sì, esattamente le stesse code interminabili di Lucca Comics & Games, ma questo non vuol dire che non si debba iniziare a fare qualcosa per evitare situazioni simili.
L’esistenza di queste convention è dovuta alla presenza di pubblico e quindi è fondamentale che al pubblico vengano spalancati i cancelli e non che, per entrare, venga costretto ad arrampicarsi su un ponte levatoio circondato da coccodrilli.
L’ingresso ad una fiera di fumetti deve spingere il pubblico a partecipare, non costringerlo a desistere (come è successo a più di un mio amico).
In ultima analisi poi, sapete cosa potrebbe invogliare a passare ancor più tempo tra le mura del Comicon?
Una bella e variegata area ristoro come si deve.
Per l’importanza che sta acquisendo anno dopo anno questa fiera e per l’enorme location in cui ha la fortuna di svolgersi, non è più il caso di affidare il ristoro a due chioschi coi panini secchi e alla bancarella dei noodles.
Gli spazi all’aperto vanno sfruttati anche per poter allestire degli stand che possano ampliare l’offerta delle proposte alimentari con panini, kebab, noodles, insalate, pizza, dolci, bibite.
Maggior offerta vuol dire anche poter contenere i prezzi e far sì che, per mangiare, non si sia costretti a lasciare la fiera intasando i ristoranti vicini.
Ma questo, è il consiglio di un ciccione reduce da festival in cui oltre a godersi le meraviglie che lo circondavano, passava anche il tempo mangiando come un porco.
Detto ciò, quindi, prima di salutare definitivamente per quest’anno l’organizzazione del Napoli Comicon, ringraziandola per aver invitato, supportato e sOpportato i 5Blogger, vi lascio con una serie di immagini e due video importanti che sono finiti dritti dritti nel bagaglio delle cose che porterò sempre con me.
Buona visione.
L’arrivo in Ca5a Blogger e la scoperta che per connettersi ad internet bisognava disegnare a terra un pentacolo col nostro sangue e sperare in qualche demone benevolo.
La sirenetta Rrobe che revisiona con me i dialoghi del nostro ultimo John Doe sotto lo sguardo attento e perplesso di Gud.
La prima foto in team.
L’incontro per la presentazione del volume sui 50 anni di Diabolik, ma soprattutto la faccia fatta dal sommo Castelli quando ha scoperto che un bambino gli aveva fottuto l’idea di farsi impreziosire il volume da Palumbo.
Occupy Diabolik.
La strana coppia.
Lo stile di Diego Malara.
La presenza, la preparazione e l’attenzione costante della maestra Viola.
Il paesaggio lunare. Un piccolo pasto per l’uomo.
Lo stakanovismo di Corbò (che qui, probabilmente, chiedeva a Castelli quanto avesse rosicato per il bambino aveva il disegno di Palumbo e lui no).
Le più belle della fiera.
I più belli della fiera.
E il disegno che mi ha donato quello tra i due che sa disegnare meglio.
Tuono tra i rami (che, messa così, sembra il titolo del prossimo film di Tony Scott).
Pierz e il suo omaggio a John Doe.
L’ansia dei nominati.
La promessa di Ratigher che lo ha automaticamente eletto a Re Fico del mondo.
La nonchalance di Corbò nel passeggiare per Napoli.
Gli exploit di un Bocchio straordinariamente in forma.
I colori di Andrea.
E quelli di tutti i 5Blogger.
La sopportazione di Noemi.
E i modi in cui il nostro Cap porta avanti il collettivo.
Roberto e la sua attenzione nel rispettare i cartelli.
La bambina che ha detto il mio nome prima di quello della madre.
E la madre, che adoro, insieme a quel sant’uomo del marito.
IL restauro. IL.
E la gioia di Laura, che c’era.
E la nostra che, non c’eravamo ma adesso sì.
E la conversazione, avvenuta all’ombra del Paz, con quell’illuminato di Andrea Ciccarelli, direttore editoriale di SaldaPress ed una delle più belle teste di fumettolandia.
Una gioia sentirlo parlare. Ascoltatelo anche voi.
http://www.youtube.com/watch?v=VrRTqx1DXOA
Quello che non avremmo mai voluto vedere.
E l’arrivo della cosplayer espressa. Quella che appena s’è fatta un taglietto alla sua mano, ha trovato subito il modo per approfittarne!
La piratessa ubiqua.
E le due maledette che mi hanno ricordato quanti anni ho.
Mauro: “Ah! Quello zaino! Praticamente tutta la nostra generazione lo usava per portarselo in gita!”
Maledetta: “Questo? Boh, è di mio padre.”
Mauro: “…”
Maledetta: “Anche tu hai una figlia della mia età?”
Mauro: “Scusa, ma quanti anni mi dai?”
Maledetta: “Non lo so, quaranta? Quarantuno?”
MUORI, RAGAZZINA!
ORA.
SEMPRE.
OGNI GIORNO.
E infine l’immenso Tony Sandoval:
geniale autore messicano del quale Tunué ha pubblicato questi due imperdibili volumi:
e che mi ha fatto dono di questo splendido disegno:
Se vi sembra bello così, guardate che magia è riuscito a sprigionare, realizzandolo:
http://www.youtube.com/watch?v=tinRNABbpFw
E per questo Napoli Comicon è tutto.
Veramente.
Se volete leggere i reportage dei giorni precedenti, cliccate
e