Dopo sedici anni, almeno un minuto insieme.

27 ottobre 2016 da Mauro

Solo copertina mini

Non credevo sarebbe mai successo.
Sul serio.
Da quando io e Marco avevamo ricevuto la notizia che la casa editrice per cui avevamo realizzato Almeno un minuto insieme, avrebbe chiuso i battenti da lì a poco e quindi tutto il lavoro che avevamo fatto sarebbe andato perso, la vita era andata avanti, e noi eravamo stati tante di quelle cose diverse, che il ricordo di quei nove racconti (e mezzo) ormai non era più che il frammento di un rimpianto lontano.
Oltretutto, avevamo anche fatto pace col fatto che quelle storielle sarebbero rimaste inedite, le sentivamo troppo vecchie e tirando una linea ci rendevamo conto che ognuna di loro, in un modo o nell’altro, ci aveva già ridato qualcosa indietro per ringraziarci di averla inventata e raccontata.
Ma la vita, si sa, è quella cosa che accade mentre ti scaccoli in un pomeriggio d’estate trovando la forza di tenere gli occhi aperti e non addormentarti, e proprio lì, tra la veglia e il sonno, è nata la voglia, a un mese da Lucca Comics, di tirarle fuori dal cilindro.
Di far uscire queste storie, di liberarle. Di getto, d’impulso, senza pensarci troppo, perché davvero, a pensarci ci saremmo convinti che sarebbe stato meglio lasciarle lì dov’erano.
E invece no.
La donna rossa

donna rossa

i due amanti,

Per me il coltello

il Bambino che ha spento le stelle,

bambino stelle
la vecchia Katie,

Il gioco di Katie

la buffa Chiara,

chiara

il padrone di Pink,

mio desiderio

la bambina incinta,

ninnananna

il Ragazzo,

Il ragazzo

il Bambino di ferro,

Bambino di ferro

l’Uomo Orso,

Uomo Orso

dovevano finalmente lasciare le nostre casse toraciche e cercare il loro posto da qualche parte nel mondo, come facciamo tutti.

Ed ecco come nasce la nuova vita di ALMENO UN MINUTO INSIEME, in famiglia, tra fratelli di sempre e padri di sempre, senza pensarci così tanto da ripensarci.
Pubblicato da Nuvoloso Edizioni e presentato in anteprima a Lucca Comics & Games allo stand E330 di Uno Studio in Rosso, al padiglione del Giglio e poi venduto online, Almeno un minuto insieme è adesso un libro vero.
Che esiste. C’è. E sarà dedicato e disegnato personalmente a ognuno di quelli che vorranno portarsi a casa un pezzo delle nostre vite e una raccolta di racconti che parlano di quel minuto specifico, che abbiamo vissuto tutti, in cui abbiamo davvero bisogno che qualcuno ci resti accanto.
Oltre alle immagini che trovate a corredo di questo post, vi lascio il link di Fumettologica dove potrete leggere un racconto completo in anteprima

Schermata 2016-10-27 alle 13.18.39

(ci arrivate CLICCANDO QUI)
e vi dico che OLTRE a Almeno un minuto insieme, trovate in vendita anche, in edizione limitata, LA SCENEGGIATURA completa di tutto il volume,

aumi Scen 01

con le splendide tavole di Marco Marini a fronte

AUMI Scen02

così da poter sbirciare dietro le quinte per scoprire tutte le piccole cose che sono cambiate in corso d’opera

Aumi Scen 03

e capire come nasce un fumetto, dalla sua ideazione, fino al lettering sulle tavole disegnate.

Spero vi piacerà entrare in questi nove racconti (e mezzo) così come da sedici anni piace a me e Marco tornare a sfogliarli ogni tanto.
Concludo lasciandovi con l’introduzione presente nel volume, in cui vi racconto cos’è successo in questi sedici anni e perché dobbiamo così tanto a questo volume, finora inedito.
Buona lettura, ci vediamo nei fumetti.

Almeno sedici anni insieme

Nel duemila io avevo vent’anni, i capelli lunghi – spesso verdi – e lo smalto nero sulle unghie, Marini invece era già vecchio saggio.
Pubblicavamo racconti pornodepressi per Blue e avevamo fondato con Alessandro Bilotta, Emiliano Mammucari e Franco Urru, una casa editrice chiamata Montego che fece un sacco di belle cose, una sola cosa brutta e una cosa bruttissima.
Le cose belle le potete rintracciare online e sono riassumibili in una manciata di titoli che si fecero notare e lanciarono diversi di noi nel meraviglioso mondo della nona arte, la sola cosa brutta, è che a un certo punto, la Montego, chiuse.
La cosa bruttissima è che quando chiuse, io e Marco, avevamo appena finito Almeno Un Minuto Insieme, un volume di racconti in cui un ragazzino ambizioso (ma ancora abbastanza incapace) e un disegnatore della madonnissima, avevano deciso di raccontare il timore dell’abbandono e la necessità di avere qualcuno vicino “almeno per un minuto” attraverso una serie di piccole storie realizzate ognuna con una diversa tecnica di scrittura e di disegno, per sottolineare la diversa unicità di tutti i personaggi raccontati.
Un impegno notevole che vedendosi ripagato con la chiusura della casa editrice ci getto in uno sconforto tale che i Radiohead, al confronto, sono Rocco Tanica. Dall’alto della nostra epicità tardoadolescenziale, levammo scudi di diti medi e ci nascondemmo saldamente alla loro ombra.

Poi, cominciarono ad accadere le cose.
La prima delle cose fu che Il Bambino che ha spento le stelle, il primo racconto presente in quell’antologia inedita e sfigata, che girava solo sotto forma di menabò tra gli addetti ai lavori, venne notato dal direttore tecnico di una società che si occupava di animazione e postproduzione, e venne comprato per essere poi trasformato in un cortometraggio.
Questa cosa portò Marini e il sottoscritto a iniziare a lavorare prima per il magico mondo della televisione per cui ideammo e girammo un certo numero di spot televisivi e videoclip musicali, poi per quello del cinema per cui realizzammo diversi lungometraggi d’animazione.

Non solo, il racconto Il Gioco di Katie, venne scelto per essere pubblicato sull’antologico Alta Fedeltà, aprendoci nuovamente le porte del mondo del fumetto, e l’originale immagine di copertina di Almeno un minuto insieme, divenne prima l’header del mio blog Non ti stavo cercando, grazie al quale inizio a scrivere per diverse testate cartacee e online, e poi la copertina del piccolo romanzo omonimo che ho pubblicato lo scorso anno e che grazie alla benevolenza di troppe persone è andato subito esaurito.
Potrei farvi decine di altri piccoli esempi, ma credo questi bastino per farvi capire due cose.
La prima, è che il volume che tenete tra le mani, ha accompagnato silenziosamente la mia vita e quella di Marco e nonostante ormai si porti appresso i suoi begli anni, noi gli vogliamo un bene infinito, e siamo contenti che finalmente possiate leggerlo e sfogliarlo.
La seconda è che, a conti fatti, quello che per un periodo abbiamo vissuto come il nostro più grande fallimento, è stato il progetto più importante delle nostre vite, quello a cui sinceramente dobbiamo tutto quel che siamo e che speriamo di continuare ad essere ancora a lungo.
Per cui, non condannate i vostri fallimenti e anzi, coccolateli, perché forse è proprio lì, in quel luogo oscuro, che si annida la svolta delle vostre vite.

Mauro Uzzeo – Ottobre 2016

 

 

 

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