Di Battles, Caribou e quel che c’è stato in mezzo.

25 giugno 2011 da Mauro

E insomma i Battles di qua, i Battles di là e tutti i tizi che ne sanno di roba cool ne parlano e tutti i tizi che ne sanno di roba cool ne dicono, ne ascoltano, ne consigliano.
Io so che prima o poi mi piaceranno ma cerco ancora di divincolarmi nel loro frullato di post/math/pop/filastrocc/rock e di non frantumarmi le palle dopo la quinta traccia.

Mi dico “Dal vivo. Sarebbero da valutare dal vivo.”

I Battles vengono in concerto a Villa Ada.

Eccellente. In questi giorni che iddio manda il caldo come se non ci fosse un domani e quella è l’unica zona fresca di Roma. Eccellente. Perché a me quel posto piace un sacco.
Eccellente. Perché insieme a loro suoneranno i Caribou. Eccellente. Perché il tutto costerà solo 18 iuri.
Eccellente. Perché ci vado con un sacco di gente fica. Eccellente. Perché andremo un po’ prima per cenare lì. Eccellente.

Squilla il telefono.
Non il mio personale. Quello di studio. E’ Veronica.

“Mauro, scendi, riunione di direzione. Si si, lo sappiamo che sono le 18.32 però scendi dai, ci sbrighiamo, te lo prometto. Dai. Si, c’è anche Francesco.”

Riunione di direzione:
Alle 18.32.

“C’è anche Francesco“.

Una riunione di direzione in Rainbow Cgi ha la durata media del ciclo vitale di una sequoia.
Se volete una cifra meno approssimativa tagliate a metà uno di noi e contate i cerchi.
Se a questa riunione aggiungete il fattore Francesco, il tutto si misura in Ere di Premesse Giurassiche e Ricapitoliamo Mesozoici.

Come una diciassettenne a cui il tipo ha giurato che non le verrà in bocca, mi fido di quel “Dai, ci sbrighiamo”.
Anzi, è riduttivo dire che mi fido, mi ci aggrappo con tutto me stesso per non scoppiare a frignare in sala riunioni.

Alle 19.15, Maledetto Marini già pronto e sulla porta d’uscita mi fa pervenire questo avvertimento:

Io so che andrà così. Ne ho la certezza.

Chiamo Marini che, prevedendo cosa sto per chiedergli, cinchischia. Non risponde. Elude.
Non m’arrendo.

“Oooi?”
“Prendi i biglietti anche per me.”
“No ma vedi che forse fai in tempo!”
“Prendi i biglietti anche per me.”
“Ma se poi fai tardi e…”
“Prendi i biglietti anche…
“HO CAPITO!”
“A dopo!”

In riunione dico: “Ok ma senza dilungarci potremmo varare dei cambiamenti e discuterne con i supervisori domani”.
In riunione dico: “Secondo me non abbiamo ancora abbastanza elementi, sentiamo Barbara e magari domani possiamo capire meglio come affrontare la situazione.”
In riunione dico: “A quest’ora i fornitori hanno già staccato, magari vediamoci domani mattina sul presto e facciamo nuovamente il punto.”
E così via.

Infilare la parola “domani”  in ogni frase pronunciata, ottiene i suoi frutti e alle 20 riesco a fuggire.

Alle 20.15 Sono lì.

“Dai, hai visto che ce l’hai fatta!”

“Eh, si!”

“La prima riunione che finisce in meno di mezzagiornata!”

“Eh, si!”

“Passato anche a casa?”

“Oddio. No. Mi sono dimenticato.”

“E vabbè dai, che ti frega!”

“Eh…”

“Tanto dovevi solo prendere la videocamera, no?”

Villaadabattlescariboupalcoeacusticaperfetta
nessunochemirompeilcazzosefacciovideoatuttospianoeio?

“Ma si dai, godiamoci questo concerto senza stare a preoccuparsi di come inquadrare i tizi. Divertiamoci senza pensieri!”

Fingo.
Mento senza convincermi neanche un po’.

Perché io ADORO riprendere i concerti.
ADORO vedere cantanti e musicisti nello schermo della mia videocamera.
Adoro farmi la mia regia.
Adoro tornare a casa e montare i video.
Adoro rivederli.
Adoro postarli.

“E vabbè dai, che ti frega! Tanto dovevi solo prendere la videocamera, no?”

E’ tutto finito. Serata di merda. Peggior concerto di sempre. Tutta colpa di questo cazzo di giugno che ogni anno arriva a funestare il periodo a cavallo tra il freschino piacevole e l’abominevole caldo romano. Sarà un concerto orribile.
Quanto tempo è? Tre anni che riprendo tutti i concerti che vedo? Quattro? Cinque? Quanti?

E stasera non sono pronto.

Vado al bar a prendere una cosa da bere. Mh, ci sono le pizze.

“Una margherita col prosciutto.”
“Ok ma noi boicottiamo la Coca Cola”
“Grazie per l’informazione, ma cosa c’entra con la mia pizza margherita col prosciutto?”
“Bhè, se ti prendi la pizza, bevi la birra o la coca cola e noi boicottiamo la coca cola.”

Mi adeguo alla situazione e, dentro di me, divento Giampiero Qualunque chiedendomi perché non boicottino allo stesso modo anche  gli extracomunitari nelle cucine e gli iphone sui banconi vicino alle casse ma chiedo solo un chinotto neri.

“Non ce l’abbiamo, ma puoi provare questa (wait for it!) alternativa italiana.

Mi chiedo perché la tizia parli come un account milanese, mi chiedo se la tizia realmente pensa che il chinotto Neri sia di una qualche azienda ameriKana ma non ho voglia di polemizzare. Dopo tutto sono qui e a parte la mia PORCAPUTTANATROIAVACCA di videocamera scordata a casa, tutto va bene.
Immagino poi che “l’alternativa italiana” possa essere un mix tra lei


(Ciao Ria!)

ed Emma


(credetemi, potrebbe funzionare!)

e invece la tizia dietro al bancone mi si presenta con questa roba qui:

La Vaffancola.

L’orrore pubblicizzato in ogni cartellone della mia città mi viene spacciato come “l’alternativa italiana”.

“Alternativa al buon gusto e all’intelligenza nella scelta di un marchio?” le chiedo.
“Eh?” mi fa ella Rainman.
Rispondo: “Dai, “vaffancola”, oltre che la cocacola non sarebbe da boicottare anche questo patetico doppiosensismo da bagaglino governativo?”
“Eh?” mi fa ella MichiamoSam.
“E’ una merda questa roba!” le dico parlando in stampatello e riducendo il livello del confronto a Forzalazieee!
Mi risponde “E allora beviti quelle porcate ameriKane!” (immagino sempre riferendosi al chinotto neri).
Chiudo con un “Ok i’ll drink my chinEight in another bar!” e vado via.

In tutto ciò non ho la videocamera, il che, non so se vi è passato di mente, ma è veramente grave.
Il palco sembra una figata, la batteria in primo piano, le due tastiere (“pianole” dirà la fanciulla di illuminata virtute) una di fronte l’altra e oblique, due schermi rettangolari e in verticale e io non ho la mia videocamera.

Mangio. Finisco. Buio.

Ecco i Battles.

Non ho la mia videocamera. Loro strumentano e giocano con tutto quello che hanno a disposizione ed io non  ho la videocamera.
Sulle note di Sweetie & Shag

http://www.youtube.com/watch?v=q8ky2uuj70c

si accendono gli schermi per rievocare la presenza di Kazu Makino dei Blonde Redhead

su quelle della loro hit Ice Cream


(video e pezzo clamorosi. Guardare e riguardare)

Matias Aguayo fa le facce dietro di loro ed io non ho la mia videocamera.

Un dio buono ha trasformato i Liars di Mr You’re on fire mr in 3 bambini nerdoni, li ha piazzati sul palco di Villa Ada ed io non ho la mia videocamera.

Voce Misteriosa: Fermo, Mauro, aspetta. Parliamo.
Mauro: Chi sei?
Voce Misteriosa: Il tuo mauro interiore. Il grillo ciccione che ti vive nello stomaco.
M.: Ah, ciao.
Voce Misteriosa Grillo Ciccione: Ma perché non ti stai godendo sto cazzo di concerto e continui a pensare alla videocamera?
M.: Bhè, perché vedi, ora stanno facendo questa roba strana, stanno suonando in questo modo e mi sono venute una decina di idee su come inquadrarli.
G.C.: Si ok ma anche sticazzi, no? Non ce l’hai, fattene una ragione.
M.: Si, però questi momenti poi non si ripetono e io ho perso l’opportunità di poterli fermare in video.
G.C.: …
M.: Che c’è?
G.C.: Vogliamo andare a fondo? Perché la gente qui intorno salta, balla, ogni tanto fa foto, ogni tanto fa un pezzo di video, si bacia, canta e tu vuoi riprendere tutto il concerto?
M.: Mmmmm Non lo so, forse perché riconduco tutto il mio immaginario a qualcosa che sta su uno schermo?
G.C.: Una roba del tipo: “siccome alcune delle emozioni più belle della mia vita le ho provate guardandole da uno schermo, mi sforzo di replicare questo meccanismo?”
M.: Ecco si!
G.C.: Non m’hai convinto. Stronzate che non t’appartengono smontabili in 2 minuti. Ti hanno emozionato ANCHE cose che hai visto da uno schermo ma molte di più legate ai posti che hai visto con i tuoi occhi, le persone con cui sei stato, le cose che hai fatto. Insomma non credo tu possa nasconderti dietro la mascherina di quello che ha bisogno di uno schermo per sublimare le proprie emozioni.
M.: Ok allora è la condivisione.
G.C.: Cioè?
M.: Li riprendo, li faccio vedere ai miei amici, agli sconosciuti. Fermo questo momento e lo condivido.
G.C.: E allora tutti i concerto che hai ripreso e non hai mai messo online né hai mai fatto vedere?
M.: Mh.
G.C.: Quindi credo che un po’ di quello ci sia. Ma è più legato a quello che ti piacerebbe essere. Tu vorresti essere lì, accreditato dal management del concerto per riprendere ufficialmente questo concerto e farne dvd e viaggiare il mondo dietro alle band più interessanti del momento. E’ uno dei modi in cui ti piacerebbe vivere. E’ quello che ti piacerebbe fare e quando ti è capitato di farlo in passato eri esaltatissimo.
M.: Quindi?
G.C.: Quindi scimmiotti con la tua videocamera quello che ti piacerebbe fare accontentandoti di una misura domestica piuttosto che niente.
M.: Precisamente, mi ricordi perché ho scelto te come Grillo Ciccione?
G.C.: Non hai scelto, c’ero solo io. E comunque non credo ci sia nulla di male nell’appagare un proprio bisogno. Però, quella mail, mandala.
M.: …

G.C.: Mandala.
M.: Ok.
G.C.: Ora torniamo a sentire il concerto?
M.: Dai.
G.C.: Ah, la vedi la francese vicino a te?
M.: Si.
G.C:: Balla con lei.
M.: Ma se…
G.C.: A lei piacerà.
M.: Si ma come glielo chiedo?
G.C.:Ci sta già pensando lei!

“Ciao!”
“Eh?! Ciao!”
“PiaceVe SeVpentinà!”
“… ”
“E tu?”
“TaVtaVugò!”

I Battles suonano per 70 minuti (quelli giusti per non metterti troppo a dura prova) e fanno ballare tutti. Anche me che stavo senza la mia fottuta videoc avevo le mani libere e mi andava solo di godermi un bel concerto.
Impossibili da inquadrare se non con diversi tentativi di catalogazione, dal vivo riescono ad infondere quella visceralità che su cd sembra completamente assente grazie ad abbondantissime dosi di ironia, intrattenendo e divertendosi. Quindi voto si.

Dopo una pausa ristorativa che dà a tutta villa ada la possibilità di rilassarsi sulle panchine e sull’erba, arrivano i Caribou.

Io che sono vecchio accuso. E’ quasi mezzanotte, ho mangiato, ho ballato, mi sono svuotato e ora dovrei ricominciare a ballare?

SI, CAZZO SI!

I Caribou, anzi, IL Caribou, accompagnato dalla solita, ottima, compagine live, tira fuori un’esibizione che fonde un dJset house e techno minimal al pop più psichedelico ed evanescente, saltellando tra le tracce del loro ultimo album “Swim”

passando per quelle del loro capolavoro “Andorra”

e trascinando tutti i partecipanti in una danza onirica e tiratissima che trova il suo acme nel bis tratto dal singolo del loro ultimo album “Sun”

che propongono in una versione protratta all’inverosimile in un continuo crescendo di cui non s’è vista la fine fino al totale sfinimento della platea saltante.

Tra cui l’ex vecchio sottoscritto.
L’ex stanco.

Che ha concluso la sua serata 3 ore dopo, immerso nei cuba libre della festa di san lorenzo, con una voce misteriosa, più simile a quella di una producer che di un grillo ciccione, che gli ricordava della riunione delle 10 della mattina dopo.
E si sta così, con tutto quello che c’è, e un grazie per tutto quello che verrà.

Scritto in me, muzic, roma, seratelle

12 commenti

  1. Maria Rosaria -

    Ma davvero sei riuscito a fare l’analisi del tuo rapporto con la telecamera? No, perché ti avviso, la prossima volta ti troverai a farlo con, che ne so, una merla? Uh, no, già fatto. Una pianta? Uh, no, già fatto!

  2. spino -

    Ora il tuo pubblico ESIGE foto del Grillo Ciccione!!! 😉

  3. hellpesman -

    devo essere sincero… quello che scrivi è stato un viaggio! con la tua cronostoria hai raccontato un frammento di vita che sembra essere il mio… l’uso della parola “domani” nei meeting aziendali, l’assistere ad uno show (poco importa che sia concerto, animazione, film o serie tv) con la tensione psicologia di volerlo fare proprio. Penso che sia quella “volontà di possesso/creazione/produzione”, che mi ha colpito… quella stessa volontà che mi fa da driver nella vita e nei sogni! Nella mia vita non ho mai sognato, di scrivere, disegnare, dirigere, musicare… ma semplicemente di produrre! Sappi che ti capisco… la prima volta che ho prodotto un concerto, quando sono entrato la prima volta in una cabina di regia mobile, la prima volta che sono stato alle spalle di un regista mentre dava ordini guardando 8 schermi… la prima volta che ho letto il mio nome sotto la scritta produttore esecutivo… beh ho pianto… e oggi leggendo il tuo posto ho capito bene il perchè! complimenti.. per te sarà stato un post come altri… ma per me… è stato un pezzo di vita! Grazie!

  4. F -

    Capitata qui per caso. Solidarietà per la videocamera, anche io quando non ho con me la macchina fotografica soffro molto e mi distraggo dai concerti.
    Più che altro, però, a me la vaffancola l’hanno rifilata senza preavviso. Cioè quando mi hanno detto ‘la cocacola non ce l’abbiamo, abbiamo la vaffancola!’ pensavo fosse una gag. Effettivamente poi però non sapeva di CocaCola. Ma di nulla.
    Vabe’. (ma tu hai visto gente che ballava durante i Battles? perchè io erodavanti ed eravamo in 3 a muoverci e tutti gli altri erano ostinatamente – e ostilmente – immobili)
    Gran post, ciao!

  5. Michele T. -

    Complimenti, bel post. Vorrei suggerirti una cosa: perché non provi ad utilizzare la tua videocamera anche per riprendere altre cose, diverse dal classico concerto, e che, secondo te, meritano di finire in un video? 🙂

  6. ivanhawk -

    Mi hai risolto un dubbio che avevo da po’: quindi la Vaffancola esiste davvero…

  7. Raffo -

    Invece io ho il problema contrario. Non immortalo mai i momenti emozionanti, perché sono troppo impegnato a godermeli. Se un giorno dovessi perdere la memoria, rimarrei pieno solo di piscio e vento.

  8. Black75 -

    ecco io mi accodo al Raffo… sperando almeno di non annegarci nel piscio!!! però è vero, mia moglie vorrebbe fotografare/riprendere ogni istante della giornata, mentre io comincio ad accusare i sintomi dell’orticaria al solo pensiero di tirar fuori dalla custodia gli aggeggi tramite i quali ci è stato dato di fermare il tempo. e forse è proprio questo il mio problema. fermare il tempo. mi angoscia. mi angoscia davvero. difficilmente mi vedranno spulciare foto e/o video, a meno che non siano recentissimi… altrimenti… l’ho detto che mi ancgosica?!?!?
    by-the-way! dai pezzi che hai postato (ma non hai ripreso ;-P che bastardo che sono, nevvero???) si percepisce che dev’essere stata davvero un’esperienza divertente. Musica “simpatica” se non altro!
    La signora della Vaf-Fan-Cola è un mito!
    “Riunione in Rainbow Cgi”: qualche POP-Film in arrivo?!?!?!? lol, tanto so che non potrai rispondere 😉
    chiudo dicendo che sfrutterò la cosa del gelato che cola nella vasca da bagno….. ^__^ Non so se tu abbia mai sfogliato il manga City Hunter, ma a me è venuta all’istante la faccia da Rio Saeba!!!
    Già la foto della tatuata Ria aveva fatto la sua parte….

  9. Mauro -

    @Maria Rosaria
    Scusa ma tu chi sei? 😀

    @Spino
    Attento a ciò che desideri!

    @Hellpesman
    Fatti della stessa materia. E la chiave è la condivisione.

    @F
    Benvenuta! Mi sono letto TUTTO il tuo blog. Bello. Non sono d’accordo solo su Black Swan, ma è poca cosa. Complimenti!

    @Michele
    Per quello mi affido alla macchina fotografica. La videocamera la porto se so di volerla usare.

    @ivanhawk
    Purtroppo, si.

    @Raffo
    In realtà appena t’accorgi che un momento viene immortalato ti sbrighi a rovinarlo indelebilmente.

    @Black75
    Ma per me la cosa non è circoscritta a fermare il tempo quando a guardarlo con un occhio “mio” e a somatizzarlo in un certo modo. Discorso lungo & noioso.
    Il concerto, sì, è stato divertente, la tizia della vaffancola meno.
    Il prossimo film a cui stiamo lavorando è “Not bor to be gladiators” http://www.notborntobegladiators.com/ scritto da Michael Wilson, sceneggiatore di Ice Age.
    E per quanto riguarda Ria, ti consiglio il suo tumblr 😉 http://psychotic-riaeaction.tumblr.com/

  10. Watanabe -

    Mitica la VAFFANCOLA. Sul sito c’è l’inno di Mameli a palla.
    Veramente una delle iniziative commerciali più stupide di sempre.

  11. Black75 -

    heilà Maurone, grassie mille per i link: il film mi attira parecchio (ma si può che alla fine di ste cose gioiscono più i genitori che i figli?), cioè alla fine ti incontri coi colleghi al multisala e mugugni: “eh, cheppalle, ho dovuto per forza accompagnare il bimbo/la bimba a vedere ‘sto cartone…” e lui ti risponde “si guarda anch’iooo… mi addormenterò di sicuro!”, e sottosotto invece speriamo che i bimbi non facciano troppo casino così da riuscire a gustarci ogni singolo fotogramma 😉

    p.s. il secondo link è per caso (giuuuuro!) finito fra i bookmarks… sarà un bug di firefox!!! 😛

    p.s. ovviamente in bocca al lupo!!!

  12. rainwiz -

    Ma poi l’hai mandata quella mail?
    Vero?

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