[Aspettando Winx2] Intervista a Francesco Mastrofini.

28 ottobre 2010 da Mauro

Francesco Mastrofini, amministratore responsabile di Rainbow Cgi, nasce trentotto anni fa nella stessa città in cui ha compiuto ogni sua impresa e dove tutt’ora vive: Roma.
Lo guardo dalla porta a vetri della sua stanza qui in Rainbow CGI.
E’ al telefono.
Vuole che si percepisca che non ha segreti, quella della porta a vetri è la sua trasparenza e mi fa cenno di aspettare un minuto e sarà da me.

Nella stessa telefonata sorride e s’incazza, si preoccupa e tranquillizza. Gestisce e media, poi attacca.

Mediazione. Una parola che ricorrerà altre volte nell’intervista è che è il dogma su cui Francesco ha impostato la sua carriera. E’ lui che dovete ringraziare quando non vi mando affanculo. Me l’ha insegnato lui.

Si, mi sta sollevando!

Entra nella nostra sala riunioni (anche quella completamente a vista) si siede di fianco a me, mi dice che deve farmi vedere le nuove foto che ha fatto.
Saranno tramonti e paesaggi. Francesco fotografa tramonti e paesaggi talmente bene che riesce a farli sembrare interessanti persino a me.

Frà ti rendi conto che il tuo nome è l’unico comun denominatore di tutta l’animazione cgi cinematografica italiana?

Beh dai non è proprio l’unico! In Italia esistano tantissimi ragazzi e notevoli talenti che posso vantare una tale qualifica.
Forse quello che mi differenzia rispetto ad altri è che fin da ragazzino invece di vedere me come centro del mio lavoro, mi sono sempre visto capace di dare il mio contributo stando al centro del lavoro di altri.
E per quanto lavori con la grafica da sempre, non credo di avere neanche il 5% delle capacità in CGI dell’ultimo degli artisti che lavorano con me oggi.

Le leggende narrano di un ragazzino che vendeva per strada giochi piratati del commodore 64 e che oggi si ritrova ad amministrare la più importante realtà italiana di cinema d’animazione.
Ci racconti un po’ chi è Francesco Mastrofini?

Che gran macchina che era il C64!
Credo di essere stato uno dei primi che vendeva giochi pirata, quando i pirati erano ancora quelli con le bende sull’occhio, la spada e la barba lunga.
Saltando i particolari che potrebbero farmi finire dentro, ti dico solamente che a 13 anni avevo due collaboratori che coordinavo per la produzione delle compilation di giochi, che vendevamo rimorchiando coetanei all’entrata dei negozi dove si vendevano gli originali.

Bei tempi quelli, per i nostalgici erano giorni in cui i giochi si registravano grazie a dei folli che su delle frequenze radio (baracchini e simili)  trasmettevano un rumore incomprensibile che, una volta registrato su una semplice cassetta musicale ti permetteva di ottenere la copia del gioco.
Fantascienza? Mica tanto!, la vera fantascienza era quando dovevi cercare di allineare la cassetta nel registratore del C64 mettendogli sotto degli spessori di carta mentre era in play!
Io avevo una scatola di scarpe con tutti gli spessori possibili, fatti con giornali, riviste cartoncini di ogni tipo, e non poteva quindi mancare il cartoncino preferito, quello che faceva funzionare ogni cosa, fatto con il cartone della base della confezione delle girelle motta! Pagherei oro per riavere quel cartoncino e una girella di quei tempi!

Come si suol dire… meglio fare delle proprie virtù un’ occasione… credo che le mie virtù siano legate alla capacità organizzativa, la visione dell’insieme, la programmaticità e l’indubbia predisposizione alla mediazione. Che noia, vè?
Invece no, questa predisposizione mi ha dato,  fin da quando avevo 18 anni, la possibilità di stare a contatto con tantissima gente, ragazzi, manager, artisti, tecnici, capi e imprenditori, politici, avvocati, aziende di ogni tipo e misura, e ogni sorta di strano figuro che possa aver vantato un intervento in questo bizzarro settore.
Mi ha offerto la possibilità di viaggiare e confrontarmi con culture professionali differenti, di litigare, di comprendere, di emozionarmi dietro le lacrime di un ragazzo che dopo tre anni di duro lavoro vedeva per la prima volta la sua fatica premiata. Tutto questo mi ha regalato un esperienza che oggi riutilizzo in qualsiasi livello della mia sfera professionale o personale.
Il mio lavoro è la gente.
E la gente mi ha fatto crescere e continua a farlo tutt’ora. Imparo continuamente da tutti quelli che hanno la voglia di confrontarsi con me, e con cui cerco di arrivare sempre un po’ oltre.

E’ per questo che rimango ancora dietro a questo tavolo, e non ho ancora mollato per il chiosco di lemoncocco alle Maldive di cui spesso parliamo!
Il confronto con chi lavora con me è la mia più grande passione, e quando alla fine di una produzione vedo tutta la gente commossa, applaudire felice per aver vinto quell’ennesima sfida, mi rivedo velocemente in tutti gli step che mi hanno portato a quel punto, da quando ad esempio stavo nel mio giardinetto con un portatile sulle gambe a fantasticare di che capperi di azienda avrei fatto se ne avessi avuto l’opportunità.
Beh, posso affermare con certezza che la Rainbow CGI è venuta un po’ meglio di un cappero!

Come ti sei presentato al cospetto di Iginio Straffi e, soprattutto, come hai fatto a convincerlo?

Tutto è cominciato quando ho visto in Iginio e la sua Rainbow, qualcuno da cui valeva la pena farsi conoscere, presentare la mia azienda dell’epoca…  e tutte quelle solite manfrine da fornitore che cerca disperatamente lavoro!
Io vantavo già un buon team e avevamo investito qualche bella nottata nel fare un promo, uno dei centomila promo che in Italia facciamo per dimostrare le qualità degli artisti nostrani.
Per un po’ non ottenni risposta.  A questo aggiungi, le difficoltà enormi per tenere su un azienda alla tenera età di 27 anni con una trentina di persone a stipendio, per poi prendere una sonora mazzata dal furbone di turno che arriva sempre a romperti le uova nel paniere.
Tutto verteva quindi verso il chiosco di lemoncocco quando è lo stesso Straffi a contattarmi e a propormi un incontro.
Mi parla di un film e a me non sembrava vero di avere la possibilità di rimettere su il team composto da quelle persone che stimavo profondamente e quindi, tempo 4 mesi, la Rainbow Cgi era nata, col folle obiettivo di far uscire un lungometraggio d’animazione l’anno.
Qualche telefonata, una pizza con qualche vecchio amico della passata avventura, e via per la nuova sfida!

Da li in poi c’è la storia di questa bella realtà che insieme a tutti quelli che fino ad oggi ci hanno messo anche solo un dito dentro, siamo riusciti a tirare su.
Con la speranza che il nostro condottiero Straffi ci permetta di continuare a crescere e che noi riusciremo a ripagarlo degli sforzi che sta facendo con un bel riscontro al botteghino!
Per Winx II ci siamo veramente fatti in quattro e stiamo tutti incrociando le dita.

Cosa è per te oggi la rainbow cgi?

Una seconda casa… e sicuramente il maggior risultato professionale ottenuto fino ad oggi.
Un team forte, aggressivo, tecnicamente formato e in continua evoluzione. Un management di prima scelta, formato a suon di spigoli e capace di imprese memorabili.
E non scherzo se dico che il nostro lavoro non è banale.
Siamo in trincea, bisogna avere passione e volontà. Non è facile fare quelli che inseguono gruppi internazionali di primo livello, partendo da un mercato piccolo quale è quello Italiano e con uno stato che tutto sommato non agevola molto il nostro settore.

Rainbow CGI credo sia un esempio di contrasto a tutte le lamentele che da 20anni sento in questo settore, che dimostra giorno dopo giorno che la volontà e la passione di chi ci lavora fa la differenza e non solo la disponibilità economica.
Quante aziende negli ultimi 10 anni pur partendo con ingenti capitali, sono collassate prima di far uscire i prodotti?
Non sono mai stati solo i capitali a disposizione, ma una giusta equazione fra volontà e passione a partire dal primo condottiero fino ad arrivare a chi contribuisce spazzando per terra.
Ognuno in CGI da un contributo essenziale e siamo decisamente una società meritocratica.

Che effetto ti fa sapere che Winx 2 sta per uscire in tutte le sale italiane?

Sinceramente il mio momento di massimo orgoglio è stato quando abbiamo fatto lo screening con tutto lo staff realizzativo.
E’ stato fantastico perché abbiamo riempito la sala Fellini di Cinecittà, e fino a quel momento non mi ero reso conto di quante persone avevano lavorato insieme a me.
Un applauso finale di dieci minuti, lacrime sorrisi, gioia e qualche sospiro, di quelli che sottolineano che anche questa volta, con volontà, passione e caparbietà… abbiamo chiuso questo film.

Per il resto incrocio tutte le dita, anche quelle dei piedi e spero piaccia, che il film trasmetta tutto quanto gli è stato messo dentro, compreso lo sforzo di Straffi che nonostante i mille impegni e l’impero da tenere, non manca mai di chiamare, mandare mail di correzioni e di intervenire fino a tarda notte.
Al di sopra di qualsiasi commento che possa arrivare sul film, lo ritengo un esempio di impegno e di passione che avrà prima o poi il suo successo anche nel cinema d’animazione.

Ok abbiamo capito da dove vieni e a che punto sei ora. Dove sarai domani?

Spero insieme a te, a Veronica e Gianni, a Gianmario, a Vinz e Iginio, a tutti quelli che non nomino ma che di diritto si sono guadagnati il rispetto reciproco e di quest’azienda e per un futuro di soddisfazioni. Poi anche al mare su una spiaggia bianca a raccogliere paguri.

Com’è la situazione dell’industria dell’animazione italiana?

Quale industria? Attualmente siamo soli!
Spero si crei mercato, competizione, perché dalla competizione si cresce. Per ora vedo noi che fatichiamo e molti che periscono.

Hai appena deciso di regalarmi un film d’animazione. Quale?

Cattivissimo me!
Ho riso dal primo titolo di testa fino all’ultimo di coda. Leggero, brillante, divertentissimo, ben curato nel design, animato benissimo, un esempio per me della fine del dominio PIXAR, non perché sia allo stesso livello tecnico (perché non lo è!), tantomeno per la storia che è decisamente meno costruita, ma uno dei primi film di animazione dove all’uscita mi sono detto “lo vado a rivedere altre tre volte”.
Il mercato internazionale sta crescendo e si stanno facendo spazio idee e progetti interessantissimi.
E’ per questo che rimango fiducioso anche per noi.

Appurato che tu ci metterai i soldi e io gestirò la clientela, quante cameriere assumiamo per il nostro chiosco di lemoncocco alle Maldive?

Fammi capire, io ci metto i soldi, quindi rischio il capitale, tu invece ti dedichi alle clienti fighe?!
Che vita da sfigatto  che mi riservi!
Io mi vedo sulla barca a vela con la benda sull’occhio con i miei bambini a giocare ai pirati.
E il chiosco di lemoncocco lo apri tu, cosi io vengo, lo saccheggio, faccio prigioniere quelle poveracce che sono cascate sotto i tuoi sproloqui e a te ti faccio camminare sul trampolino della morte… sai quello con sotto gli squali?

La mente da matematico col corpo e lo stesso taglio di capelli di Vin Diesel. Come si sposano questi due aspetti?

La mente da matematico è una tua pia illusione, io se non avessi excel sarei finito, e per capirci, alle somme e alle sottrazioni ci arrivo ma già alle divisioni mi arrendo!
Per il fisico da Vin Diesel ti ringrazio ma secondo me ci vedi male, dato che hai un naso enorme che evidentemente ti nasconde  alla vista i mie fianchi da mangiatore di girelle motta!
Per la capigliatura è semplice arrivarci, prova a lavorare come produttore esecutivo di film di animazione in Italia, popolo di scrittori e poeti, allora si che ti viene la capigliatura alla vinDiesel.

Che musica ascolti mentre ti alleni?

Tutta, senza nessun limite, cambio genere continuamente e  la cosa che faccio più spesso è intrufolarmi nelle content dei computer dei miei collaboratori e fregargli le compilation, almeno sono sicuro che vario molto.
Ecco, questo mi sa che non lo dovevo dire!
Comunque la musica energica, forte e che da scariche adrenaliniche, sai sono un po’ da sport estremi, come VinDiesel, per l’appunto!

Stasera restiamo a lavorare fino a tardi, che ci mangiamo?

Latte e nutella Mauro, basta che non mi fai bere che, come sai, finisco al pronto soccorso!

E quanto sia vera questa frase l’abbiamo scoperto insieme quattro anni fa, festeggiando l’uscita del primo teaser di Winx con un brindisi di rum e pera.
E’ bastata la quantità di uno shottino per fargli salire la febbre a quaranta e lasciarlo a casa per dieci giorni.

Quindi, per salutarti e ringraziarti di questa intervista mi limito ad offrirti una coca zero… e a dedicarti questo video, con una notevole chicca finale:

5 commenti

  1. Raffo -

    Bhe, che dire…complimenti a Francesco, anche se mi aspettavo qualche aneddoto in più, che parlava di tuffi e iPod!

  2. Giovanni -

    La storia dei giochi del commodore 64 vince benissimo! 😉

  3. Barbara -

    Grazie a Francesco per averti insegnato la parola MEDIAZIONE, altrimenti sai i vaffa in più che mi ero presa!!!
    Comunque quando volete io per il chiosco alle Maldive ci sono!
    Grande Mauro, bella intervista, emerge il vero Mastro che è in Frà.

  4. Mauro -

    @Raffo
    In effetti con quegli aneddoti potremmo inaugurare la rubrica 1001 modi per buttare il tuo ipod

    @Gio
    Non male.

    @Barbara
    Ei ciao same boat!

  5. Frankino -

    Mastrofini faicagareeeeeeeeee! HUAuhauhauhauhuahUAUHAUHA
    Hai per caso qualche cassetta con “Internation Karate Plus” per il c=64? Ne sto cercando una!! Bell’intervista: speriamo di evolverci costantemente come i pokemon, senza sederci sugli allori sentendoci arrivati, perchè in quel caso sarà l’inizio della fine.
    Speriamo di no.
    eh.
    zik zak.

    frk

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