[Aspettando Winx 2] Iginio Straffi, uomo senza sonno.

1 ottobre 2010 da Mauro

Intorno a Iginio Straffi circolano leggende pari a quelle dei grandi personaggi del secolo scorso.

C’è chi lo considera un genio, chi ne sparla appena può, chi lo adora incondizionatamente, chi sostiene sia un bluff, e chi afferma che non abbia ancora raccolto quanto meriterebbe.

E questo è ovvio che accada quando una persona riesce, rimboccandosi le maniche, a passare dal tavolo da disegno alla gestione di un impero milionario che si stende lungo i quattro angoli del globo.

Ho iniziato a collaborare con lui nel giugno del 2006 e quello che posso dire con assoluta certezza è che non c’è stato un giorno in cui non l’abbia visto lavorare.

Iginio è uno di quegli insoddisfatti cronici capaci di non prendere sonno se ritiene che una sequenza possa essere migliorata, che un effetto sonoro possa arrivare meglio il momento successivo, se un contratto rischia di essere rimandato.

E’ il comandante che, quotidianamente, lascia la nave solo quando anche l’ultimo mozzo è arrivato a casa da un pezzo.

Persone simili ti mettono costantemente alla prova, alzando giornalmente l’asticella della qualità verso l’alto e portandoti a superare quelli che, in quel momento, vedi come limiti.

L’intervista che leggerete qui sotto mi è stata rilasciata di sera, tra le diciannove e le venti, nascosti in una stanza per evitare di essere scoperti da qualche caporeparto che voleva fargli revisionare una sequenza o dalla segretaria che aveva bisogno di segnargli un appuntamento.

E’ stata la prima ora in più di quattro anni, in cui il suo cellulare era spento e nessuno è entrato a recapitargli un messaggio.
La prima ora in cui l’ho visto, completamente, libero.
Un’intera ora in cui Iginio s’è scrollato di dosso il fardello dell’imprenditore/creativo/regista/disegnatore/produttore/tuttofare e ha messo davanti a tutto l’uomo, con le sue vittorie, le sue debolezze e anche i suoi rimpianti.

E’ stato un bel parlare e sono convinto che ne uscirà un profilo interessante e, sotto alcuni punti di vista, inedito.

Buona lettura.

Ciao Iginio e benvenuto su queste pagine.
Tra meno di un mese il tuo secondo lungometraggio cinematografico sarà in tutte le sale italiane.
Come stai?

Sicuramente più tranquillo della volta scorsa. Anche perché siamo coscenti del gran miglioramento raggiunto rispetto al primo film, sia a livello di know-how che di gruppo. Siamo cresciuti in esperienza e questo ci ha portati a realizzare un film più completo del primo per quanto riguarda la qualità visiva, la qualità della storia raccontata e la qualità degli stessi processi produttivi.  E questo anche grazie al tempo in più che abbiamo avuto.
L’unica incognita che rimane aperta è la più importante: riuscirà questo nuovo film a fare breccia nel pubblico delle Winx? Io sono convinto di si, ma quel minimo d’incertezza del risultato c’è sempre.

Quindi stavolta riuscirai a sederti rilassato e a goderti il film?

Si, anche se poi è inevitabile che inizi a salire, come una febbre, la voglia di sapere come si sta comportando il film nelle sale e quindi di andare a controllare, soprattutto durante il primo weekend, quali saranno le reazioni degli spettatori. Se risponderanno bene ai momenti commoventi come a quelli più divertenti. Sono sicuro che tra il venerdì e la domenica passerò in sala la maggior parte del mio tempo!

Winx – il segreto del regno perduto (N.d.M.: il primo film delle Winx, uscito nel novembre 2007) raccontava la naturale conclusione della trama iniziata addirittura nel primissimo episodio della serie animata. Qual è stata invece la spinta per questo secondo capitolo? Cosa volevi raccontare?

Per ogni storia che si chiude ce ne sono almeno altre cento che si aprono. Come ben sai, visto che abbiamo lavorato tanto insieme (N.d.M.: le riunioni sulla storia di Winx 2 sono effettivamente cominciate tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007) lo snodo principale doveva essere legato al rapporto tra i ritrovati genitori naturali di Bloom e i suoi genitori adottivi. Sentivo di dover “fare giustizia”, dopo aver dedicato tutto il primo film ai genitori naturali, volevo sottolineare la mia posizione rispetto ai genitori adottivi con cui Bloom ha vissuto tutta la sua vita, raccontando come “genitore” sia chi cresce, conosce, e comprende il giusto modo d’interfacciarsi con la propria figlia.
Poi ovviamente c’erano tantissimi altri aspetti, Bloom che si ritrova ad essere principessa del regno che ha salvato ma non esista un secondo a mettere in dubbio la sua posizione quando viene posta davanti alla scelta tra  lasciare il suo Sky o abbandonare il regno. Poi, come in tutte le storie delle Winx c’è la fiducia come collante di ogni amicizia,  e questo tanto tra sei piccole teenager, quanto tra due re costretti a prendere decisioni che sembrano mettere a rischio qualsiasi legame.

La famiglia non come istituzione ma come legame, la fiducia e le difficoltà nel compiere una scelta. Tematiche che poco hanno a che fare con quella che è la percezione comune di un certo tipo di critica per la quale Winx è soltanto sinonimo di superficialità e falsi valori.

Che effetto ti fa imbatterti in critiche del genere?

Beh, all’inizio mi arrabbiavo moltissimo, oramai non dico di averci fatto il callo, ma sono talmente abituato a superare le critiche superficiali di chi, magari, ne parla senza averne visto un singolo episodio, che non mi toccano più di tanto. Sono certo di aver costruito dei modelli che esaltano, appunto, i valori positivi a cui tengo e a cui teniamo e che non hanno nulla a che fare con quell’immagine tutta legata alla moda, ai trucchi e all’apparire che affibbiano alle Winx magari basandosi solo sull’immagine di un giocattolo. Certo, sono anche prodotti come quelli che finanziano i film, questo però non vuol dire che possano intaccare il messaggio reale che comunichiamo in ogni episodio, sia televisivo che cinematografico.

Le winx nascono con un tuo disegno su carta e dopo pochi anni diventano un brand riconosciuto in tutto il mondo. La mia massima aspirazione è raccontare storie che emozionino chi le fruisce, ma anche nelle mie più sfrenate fantasie non riesco a immaginare di riuscire ad arrivare a farmi ascoltare in tutti i continenti. Tu che ci sei riuscito… cosa si prova? Com’è inventare qualcosa che entra nel linguaggio comune?

Mauro, lavoriamo a stretto contatto da tanto tempo quindi devo essere molto sincero con te. Se un po’ mi conosci, avrai capito che se avessi la possibilità, la fortuna anche, di poter fare solo il creativo, solo il regista, avrei anche la gioia di godere un pochino di più di quanto stiamo facendo. E anche un po’ di tutto il resto, anche della vita, forse.

Il problema è proprio legato al ruolo che ricopro e che consiste nel mandare avanti questa baracca che è cresciuta negli anni e ora è uno dei gruppi più importanti per l’animazione, europea quantomeno. Questo fa si che ogni giorno devi inventare qualcosa.
Perché basta distrarsi un attimo, o dare le cose per scontate, e la macchina si blocca. E bloccare una macchina significa mandare a casa dei professionisti, perdere del know-how faticosamente costruito… e questo ti porta ogni giorno ad avere questa specie di maledizione, un po’ per quel fuoco d’ambizione personale di voler riuscire a fare una cosa piuttosto che un’altra, un po’ perché senti la responsabilità morale verso le persone che lavorano con te. Questo tipo di realtà che ti porta necessariamente a dover sempre pensare al prossimo obiettivo, a come fare per tenere tutto comunque in movimento e a creare progetti per il futuro, ti porta a non restare fermo sul momento, col rischio di non goderti mai veramente niente.
I giornalisti domandano sempre: “Lei come si sente ad essere stato il primo italiano che… ecc ecc” e io rispondo: Ho faticato e fatico ancora tanto. Per raccontare una storia nuova, per dargli un appeal interessante, per negoziare contratti, per convincere le tv di tutto il mondo. E anche raggiunto l’obiettivo, c’è sempre il next, il prossimo passo, l’accorgersi di essere in ritardo con quel progetto con la Francia, con il parco a tema, con il film sui gladiatori ( N.d.M.: il prossimo lungometraggio cui sta lavorando la Rainbow Cgi, da una sceneggiatura scritta in collaborazione con Michael Wilson, sceneggiatore di Ice Age) .
Abbiamo superato la fase in cui dovevamo preoccuparci dell’anno successivo, adesso ti trovi a muovere pedine per le quali vedrai i risultati tra quattro o cinque anni e mantenere questo tenore, nella mia situazione attuale, è imperativo.
L’unico modo che conosco per staccare da questo loop che appare senza via d’uscita è restare aggrappato a quello che sono veramente. E io sono una persona che non vuole staccarsi dalla propria terra e che sta bene quando partecipa ad una delle festicciole organizzate in campagna dal padre. E in quelle tre ore t’accorgi che tutto perde importanza e ti impegni in cose che ti rilassano e ti fanno stare bene.
Poi però il pensiero ritorna, è sempre lì, e finisce che gli altri si accorgono che t’incanti e non sanno che stai pensando: “devo mettere a posto quella cosa,  sennò tra due anni si ferma tutto”. Anche queste due nuove serie televisive delle Winx, realizzate in coproduzione con Nickelodeon, sono anche utili per riempire un grosso periodo di lavoro tra un film e l’altro. Per fermarti e ritenerti soddisfatto di quello che hai fatto devi fare solo l’autore. Bisogna essere predisposti.

Parliamo un po’ di fumetti. Dici sempre che sono il tuo primo amore e la tua passione.
Quali quelli che ti hanno segnato e con quale autore ti piacerebbe collaborare? Quali, infine, trasformeresti in cartoni animati di successo?

Sicuramente in cima alla mia lista ci sono fumetti italiani. Cito sempre gli imprescindibili Corto Maltese e Ken Parker, perché sono personaggi a cui devo molto e che hanno scandito i giorni della mia formazione, da ragazzo. Sia per quanto riguarda le storie che raccontavano sia per i disegni che le descrivevano imprimendole nella mia mente.
Sono legato quindi a tantissimi disegnatori italiani che oggi lavorano per Bonelli e che magari qualche anno fa riempivano le pagine di riviste come la storica Comic Art.
Come non citare Moebius o Bilal anche se gli autori per cui ho una vera passione sono Bernet e anche un certo Ruben Pellejero, anche lui  molto simile a Pratt nel segno ma non nelle storie. Un altro “prattiano” che ricordo con affetto per le storie di Frank Cappa è Manfred Sommer, ma in quel periodo era tutto un fermento e come facevi a restare impassibile davanti a un Giardino o a un Manara? La lista potrebbe durare all’infinito.
Sceglierne uno da trasformare in un cartone animato di successo è invece difficile perché, a differenza della tradizione giapponese o anche americana, in Italia è veramente arduo immaginarne una trasposizione. E’ stato fatto con Lupo Alberto e io c’ho messo del mio con Monster Allergy, ma nel campo del fumetto popolare per adulti non è così facile, ho provato a chiedere a Sergio Bonelli i diritti di Dylan Dog per farne un cartone animato che potesse piacere anche ai più grandi, ma per il momento non sembra ancora possibile.

Proponiamogli Zagor! Zagor sarebbe perfetto!

Dici che funzionerebbe?

Certo. E’ il più gran fumetto di sempre, come può non funzionare? Poi ci sono i boschi, con le liane e le paludi, l’avventura, quella specie di costume da supereroe… chiunque lo guarderebbe!
Ok, ammetto che parlando di Zagor
posso perdere di obiettività.

Tra i due del grande Nolitta io preferivo Mister No, forse più in linea con le mie corde.

E mi divertiva tanto Il comandante Mark che menava le mani e tirava di spada. Ma questi sono personaggi difficili per l’attuale mondo del cartoon perché ormai l’immaginario collettivo è dominato da personaggi che devono avere il superpotere o qualche marcata stravaganza, non è facile inserire degli eroi di stampo “realistico” come da nostra tradizione.

Invece parlando di live action… Dylan Dog ha tutti gli elementi per venir fuori come un bel film, ma io punterei anche su qualche storia di Ken Parker. Il cinema sembra nato apposta per raccontare il west e le sceneggiature che scriveva Berardi sembrano concepite per essere raccontate al cinema

Poi finchè Robert Redford non tira le cuoia…

Eh,  lì sarà dura anche perché Brad Pitt comincia ad invecchiare e Redford diceva che era il suo unico erede per stile e somiglianza.

Un’ultima domanda prima di salutarti. Cosa vuoi fare che non hai ancora fatto?

Si. Devo fare un film in live action.

Mi piace il “devo”.

Assolutamente. Live action con effetti.
Anche se a dirla tutta mi piacerebbe girare una commedia basata su una storia che ho in testa da tempo.  E quando dico “da tempo”, non scherzo visto che la scrissi nel lontano 1985 e ancora la sento dentro.
Bisogna che mi sbrighi.

12 commenti

  1. Andrea G. Ciccarelli -

    Mi immagino le risposte di Straffi con la voce di MC Silvano, il rapper maceratese che Max Giusti interpreta in radio.
    Grande Straffi, che te pozza ammazzà lu latte.

  2. Mauro -

    ahahahhaha, non lo conoscevo!
    No no, non ha quell’accento (fortunatamente… sarebbe stato difficile collaborare!)

  3. veu -

    Bellissima intervista! Iginio Straffi ha grandi progetti e tutti i suoi cartoni ci piacciono tantissimo.

    Ci piacerebbe sapere qualcosa sul progetto con la Francia di cui parla nell’intervista.

    Per i live-action a noi piacerebbe tantissimo un live-action sulle Winx, anche televisivo.

  4. maurizio battista -

    Complimenti per l’intervista. Però devo darti una brutta notizia: sospetto tu sia affetto da “zagorite” cronica. 🙂

  5. Mauro -

    @Veu
    L’esempio della Francia era un generico modo di dire. La Rainbow ha costantemente progetti in ballo con molte nazioni europee!

    @Maurizio
    Dici che è curabile? 🙂

  6. veu -

    @Mauro, grazie per la risposta.

    Senti ma tu collabori con la Rainbow o lavori per la Rainbow? Se sì, sarebbe possibile fare un’intervista esclusiva a Straffi e ad altri dello staff della Rainbow parlando dei nuovi progetti di questa famosa casa di produzione? Sarebbe un’ottima idea.

  7. maurizio battista -

    Temo di no! E te lo dice un malato di dylandogghite, marvelite e altre fastidiose patologie… 🙂

  8. Daniele Manga-Man Lucinato -

    una intervista da paura Mauro. Complimenti. Aver trovato tempo con Iginio è una vera impresa, ma Iginio con il telefono spento è un vero e proprio miracolo.
    Ciao

  9. Nicola -

    Buonasera Mauro, sono un’appassionato dell’antica Roma, se visiti il sito http://www.gladiatores.it ci sono un pò d’informazioni a riguardo.
    Ho saputo che Iginio presto presenterà un film in 3d sui Gladiatori. Mi farebbe piacere mettermi in contatto con lui ma vedo che è un pò una primula rossa: non riesco a trovare alcun suo contatto…
    Potresti aiutarmi?
    Cordiali saluti
    Nicola Zeoli (Phoenix il Gladiatore)

  10. sara -

    Perche la 5serie delle winx non ce piu su rai 2?

  11. sara -

    Ho molte domande da fare a iginio la piu importante sono i futuri progetti delle winx . Le serie andranno avanti?

  12. Mauro -

    Cara Sara, ti do una buona notizia: le serie delle Winx non solo andranno avanti ma presto ne uscirà una tutta nuova che ti mostrerà le tue fatine preferite come non le hai mai viste prima! Ciao!

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