Teatro degli orrori. Live in Ciampino. Sul serio.

27 marzo 2012 da Mauro

Da qualche tempo ho un’abitudine.
Appena qualche stolto mi paga per un lavoro, io stanzio una parte di quei soldi per l’acquisto di biglietti per concerti imminenti o lontanissimi nel tempo, tanto c’è Meme che nottetempo segna le date sui calendari e non mi ritrovo a smadonnare il giorno dopo leggendo le rece online.

Questo è il motivo per cui, nel giro di una settimana, ho onorato la scena musicale italiana godendomi le esibizioni live de Il teatro degli Orrori, Ardecore e Giovanni Lindo Ferretti.

Degli ultimi due parliamo poi, ora concentriamoci sulla band capitanata da Capovilla.

Per promuovere il loro ultimo album, uscito un paio di mesi fa, decidono di venire a suonare all’Orion.

Io: Fico l’Orion, bel nome. Guarda un po’ dove sta.
Meme: Qui dice Ciampino.
Io: Naaa, impossibile, Ciampino fa schifo.
Meme: Eeeaabbè, sembra che suonino lì.
Io: Facile a dire “Eeeaabbè”, sei nata a Velletri. Tu sei abituata all’orrore urbanistico. Fa vedere.
Meme: …
Io: Cristo. Suonano a Ciampino veramente.

Non me ne faccio una ragione ma compro lo stesso i biglietti, dopotutto, mi ripeto, Ciampino ha dato i natali a personaggi fondamentali del calibro di Raffaele Boiano, per cui decido di dargli una possibilità di redenzione.

Il mio piano è semplice e perfetto.

E’ sabato.
La mattina scrivo. Il pomeriggio mi rilasso leggendo un libro. La sera, concerto.
Alle 13 in punto invio le pagine di sceneggiatura.
Alle 13.20 mi siedo a tavola.
Alle 15 festeggio il mio quinto rutto con una serie di strette di mano.
Alle 15.12 mi appoggio sul letto e apro il comodo e rasserenante libro sulla storia del cancro che sto leggendo per motivi che vi saranno chiari in futuro.

Meme: Mi passi l’ultimo del Teatro degli Orrori?
io: Vuoi sentirlo ora che mi stavo mettendo a leggere?
Meme: No, tranquillo, lo ascolto in cuffia. E’ che voglio arrivare pronta al concerto.
Io: Ah ok, tieni. Se vuoi arrivare pronta…

Le passo il cd, lei lo fa sparire nel portatile, rippa i brani e se li mette nel suo ipod.
Io appoggio la schiena sui cuscini e apro il libro a pagina 130, dove tenevo il segno. Non arrivo alla quarta riga che accade ciò:

http://www.youtube.com/watch?v=CigVwVeMHVI

Vuole arrivare pronta.

Rido forte sperando che i 220 grammi di amatriciana che s’è mangiata da sola la piombino presto in un sonno profondo e mi rimetto a leggere.
Arrivato alla riga sette capisco che non c’è modo di sfuggire all’abominio e che a Velletri, nessuno potrà sentirmi urlare.

Fortunatamente la batteria del suo ipod ci salva dopo sole quattro o cinque interpretazioni e posso rimandare a casa Padre Karras senza neanche dargli un’offerta.

Presto cala la notte e bel belli, si arriva all’Orion intorno alle 21.00.

Entriamo e scopriamo che la struttura è notevole, di quelle da film di Michael Mann, con spazi ampi alternati a zone con divanetti e luci blu.
Il palco, forse, un po’ piccolo, ma ben visibile da tutti i punti.

Bravi i guaglioni dell’Orion.

Vado a prendere da bere e scopro che i cocktail stanno 8 euro e li servono nei bicchieri piccoli.

Come potete vedere dalla foto per “bicchieri piccoli” si intende quelli con la capienza parecchio inferiore a quella di una normale birra e identici a quelli che ti servono col giaccio per bere l’acqua. Otto euro.

Bravi i guaglioni dell’Orion.

Comunque, alle 22.40 sale sul palco il gruppo spalla, i: The Mantra (Giuro, non l’ho inventato).
Quattro personaggi tanto strambamente amalgamati tra di loro che sembrano un crossover della Image degli anni d’oro.

Un bradpitt torello e cappellomunito alla chitarra, un bassista un po’ rasato un po’ no che saltellava più in alto di Flea, una cantante minuscolamente indieradicalgotichella e un sobrio Batterista Archetipale ci hanno intrattenuto per una quarantina di minuti facendo un buon rock derivativo da qualsiasi cosa passata su Virgin Radio negli ultimi due anni.
La tipa ha una voce notevole e vederli mi ha messo di buon umore.
Avessi avuto quei 40 anni di meno mi sarebbero piaciuti veramente.

Conclusa la loro performance, passano altri minuti che sembrano ore e mezzanotte meno venti il Teatro sale sul palco.

Faccio il vecchio per un secondo: Mezzanotte meno venti. Ma a voi sembra normale?
Fine fare il vecchio.

La band di Capovilla, in questo tour, si esibisce con una scaletta notevole che, pur privilegiando l’ultimo lavoro, prende a piene mani dalla loro discografia per 100 minuti tiratissimi, senza un attimo di tregua.

Rivendico
Non vedo l’ora
Per Nessuno
Skopje
È Colpa Mia
Pablo
Martino
Doris
Monica
Ion
Direzioni Diverse
Il Terzo Mondo
E Lei Venne!
Compagna Teresa
Cleveland – Baghdad
Adrian

Encore:

Dimmi addio
Io cerco te
La Canzone di Tom

Encore 2:

Lezione di musica

Non avendo ancora familiarizzato a pieno con  i pezzi del nuovo album, i fan vanno in delirio vero solo sulle note di E’ colpa mia e Capovilla lo sa, annunciandola,

pregustadola col sorriso da tenero figlio di puttana che lo contraddistingue ed assaporandola a colpi di stage diving sul suo stesso pubblico.

Calorosa accoglienza anche per “Non vedo l’ora”, ancora più potente della versione registrata in studio e per il nuovo arrangiamento di Direzioni Diverse, in cui l’elettronica presente nella prima parte fa da perfetto contraltare ai feedback noise chitarristici della seconda.

Su “Compagna Teresa” le ragazze presenti in sala si sentono chiamate in causa e si uniscono all’allegro pogo sotto il palco, contribuendo non poco all’aspetto scenico della serata.
Cleveland/Baghdad è il momento più intimo e caldo insieme a quello in cui si narra di Tom che se n’è andato via per sempre, mentre Io cerco te, è già tra le preferite della nuova, giovanissima, generazione di fan del Teatro.

Una band che testimonia un notevole stato di grazia a dispetto delle voci di scioglimento che ciclicamente si sentono al riguardo.

Il concerto si conclude alle 2.27 e io sarei anche pronto a fare un secondo pezzo da vecchio ma sono decisamente soddisfatto di quanto ho visto e ascoltato.
Così mi trattengo e faccio il bravo.

6 commenti

  1. cristiano -

    sarà, ma io ‘sto tizio lo preferisco quando dice “dai cazzo!”.

  2. Mauro -

    Capovilla?

  3. Federico -

    Ne vien fuori che la caduta del quadro la notte che ho dormito da voi forse non è stata causata dai miei poteri ESP.

  4. Mauro -

    Ecco, ora che ci penso stava intonando qualcosa…
    Comunque ok, post editato. Chi doveva vedere e deridere, ha visto e deriso 😀 😀 😀

  5. Meme -

    che bello pensare a tutte le opportunità che il web offre per vendicarsi. Che bello… <3

  6. meme -

    ei ora sono molto più preparata…si può rifare?

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