L’anno comincia dove finisce.

1 gennaio 2012 da Mauro

E finisce dove comincia.
Qui a Città del Messico mancano quattro ore al capodanno e ne sono passate già tre da quando ho sentito i miei che brindavano e mi facevano gli auguri.
Quello che è il mio futuro, per voi è il passato, per cui non fatevi problemi e spoilerate a manetta: com’è il 2012 per voi che già lo state vivendo?

E’ comparso nei cieli il gigantesco conto alla rovescia che ci traghetterà verso una fine, verso un inizio, o verso un – poco narrativo ma comunque soddisfacente – uguale?

All’alba del 2001, Warren Ellis comunicò tutto il suo dispiacere per l’assoluta mancanza di monoliti neri ai membri della sua mailing list.
Quest’anno non ha una mailing list (o se ce l’ha, io non lo so). L’anno prossimo? Gioirà? Tornerà a lamentarsi?
Io mi accontenterei se riprendesse a scrivere Transmetropolitan.

La Fine & l’Inizio sarà il tormentone che nel 2012 ci verrà fornito in tutte le salse.

L’alta moda coniugherà baratri high tech & pelli di tigri dai denti a sciabola nella linea Primitive Wi-Fi,  i ristoranti di grido spopoleranno con le bouirgugnonne di sashimi alla pietra focaia, mentre nell’ambito degli immobili tornerà alla ribalta il fascino discreto della caverna, unica locazione superiore ai 22 metri quadri che potremo permetterci di acquistare senza l’aiuto dei nostri nipoti.

E quando anche questa Fine darà via all’ennesimo nuovo Inizio staremo lì a chiederci cosa diavolo ci faremo con tutte quelle VHS ora che sono arrivati i dvd?

Venderemo al mercatino dell’usato ciò che eravamo piuttosto che nasconderci in cantina e saremo pronti ad abbracciare ciò che diverremo, fottuti per l’eternità dal ritornello del nulla che nasce o muore perché tutto è trasformazione e divenire.

Il che, in termini scientifici/naturalistici, può essere splendidamente commovente ma nel mer(aviglios)o pragmatismo umano è difficile trovarvi un’utilità diversa da un rassicurante alibi.

Caro 2012,
io voglio, voglio, voglio, voglio, che ciò che è giusto che finisca, finisca per davvero e non torni camuffato con colori diversi, che ci impediscano di riconoscerlo per quello che realmente è.
Voglio, voglio, voglio, voglio che il Nuovo, se c’è, odori di neonato e gridi forte diventando rosso in faccia e stringendo i pugni.
Voglio, voglio, voglio, voglio che i punti portino a capo due righe più in alto e che questa dittatura dei puntini di sospensione venga debellata con una serie di colpi di stato che ricordino a tutti che i dubbi servono, ma solo se si è alla ricerca, ferrea, del vero. Non per prendere tempo.

Voglio che i nuovi inizi non siano costretti a sopportare il peso di ciò che si è concluso, e che tra loro ci sia una distinzione netta.
Perché nella fine deve esserci la stessa pace dell’inizio e questo può avvenire soltanto sapendoli distinguere nettamente.
Senza il rischio di confonderli.
Perché se nulla nasce e nulla finisce, tutto si rimanda. O peggio, si accetta.

Caro 2012,
benvenuto.
Prenditi da me tutto quello che puoi, io farò lo stesso.

Tuo, con entrambi gli occhi,
Mauro.

Scritto in me, messico, mondo

3 commenti

  1. Andrea Cascioli -

    Maurino Capodannino.
    Inizia cosi’ il primo giorno del nostro domani.
    Ma te lo scrivero’ ieri (a te che sei ancora nel mio ieri).
    Senza flusso canalizzatore.
    Col fuso canalizzatore.
    Ti voglio (vorro’) bene.
    Buon anno.
    Andreino.

  2. The Passenger -

    bel post, e bel posto!

  3. Mr. Tambourine -

    Mitica Teotihuacan. Ci sono stato l’anno scorso. Auguri!

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