Playin’ Joy Division.

22 giugno 2011 da Mauro

I Joy Division privati degli elementi tipici che li caratterizzavano: la voce di Ian Curtis, il basso di Peter Hook e la batteria di Stephen Morris, e al loro posto soltanto la voce di Angela Baraldi e le chitarre mie e di Steve Dal Col. Così per vedere come veniva.”
Questa, la spinta propulsiva dietro al nuovo progetto di Giorgio Canali, narrata direttamente dalla sua voce.
“Erano in molti a dirmi che dovevo conoscere Angela e a lei dicevano la stessa cosa di me.” mi racconta quando si è conclusa da qualche minuto l’esibizione che hanno tenuto durante la rassegna MarteLive all’Alpheus, “Forse per delle affinità di gusti, non lo so, fatto sta che avevano ragione. C’è un bel feeling, no?”
Si, c’è un bel feeling, ma è semplicistico ridurre tutto a questo.
Quello che corre tra l’ex C.S.I. (nonché C.C.C.P., P.G.R., Rossofuoco e produttore di qualche decina di notevoli personaggi tra cui spiccano sicuramente i nomi di Verdena, Marlene Kuntz, Bugo, Le luci della centrale elettrica) e l’attrice/cantante Angela Baraldi (che tra i suoi impegni musicali e le sue apparizioni in teatro, cinema e tv, faccio prima a linkarvi la sua pagina wiki) è qualcosa di carnale e distaccato allo stesso tempo.

Per tutta la durata del concerto si sono inseguiti, sfiorati, respinti, annusati, guardati, toccati, rifiutati e sedotti su un campo di battaglia che avrebbe messo a dura prova le aspirazioni artistico/emozionali di chiunque altro: dodici canzoni scritte 30 anni fa dal più geniale disadattato di Manchester.


(che qui vedete nell’interpretazione di Marco Marini)

Dodici tracce intoccabili perché appartenenti ad uno dei miti più “protetti” della storia della musica. Più amati. Più nascosti.
Perché il rapporto che necessariamente creano i Joy Division con chi li ama è di totale ed intima esclusività, per questo, ogni tentativo di riproporre quei brani dal vivo, aldilà del semplice omaggio, è guardato sempre con sospetto.
E con un misto di malcelata pena o imbarazzo a seconda dei casi.
Si, anche quando a farlo sono gli stessi New Order.

Motivo per cui appena notati questi cartelli

come davanti all’elaborazione di un lutto, mi si sono presentate le famose cinque fasi.

Ho cominciato con la Negazione.

“Ma non ci posso credere, QUEL Canali?”
“Naaaaa, non può aver fatto una cazzata simile.”

Proseguito con la Rabbia

“E poi la foto di Curtis in primissimo piano come l’ultima delle tribute band”,
“Canali sta alla frutta.”
“Deve morire.”

Il Patteggiamento.

“Ok ma in fondo costa solo 10 euro. Consumazione inclusa.
“Stasera non ho un cazzo da fare.”
“All’Alpheus è pieno di Frenia.”

La Depressione:

“Si, sto andando a buttare ‘sti soldi, alla fine voi che fate, venite? Ah, si? Ma chi ve lo fa fare? Non siete coglioni come me. Voi i soldi non li buttate.”
“Si, sto entrando. Poi ti racconto! Ah. Quanto sono coglione! Quanto voi non lo siete!”

Ma per arrivare all’Accettazione è bastato:

1) veder salire Angela “Salve! Non ero annunciata sul flyer del concerto” Baraldi.
2) ascoltare i primi accordi di Atmosphere

http://www.youtube.com/watch?v=5lsNjuo-nQ8

e comprendere tutto ad un tratto cosa avesse REALMENTE in testa Canali.

3) godermi il concerto alternando stati d’eccitazione, intimismo, stupore puro.

http://www.youtube.com/watch?v=4rpw0ezE3aA&feature=related

Cinquantaquattro minuti densi di polpa in cui le corde di Canali e Dal Col hanno scarnificato le dodici composizioni di  partenza

Atmosphere
Transmission
She’s lost control
Day of the Lords
Love will tear us apart
Atrocity Exhibition
Disorder
Ceremony
New Dawn Fades
Twenty four Hours
Heart & Soul
Shadowplay

http://www.youtube.com/watch?v=IfbSDYQs0M4

lasciando intatte soltanto le atmosfere e i testi, affidandoli alla voce di una Baraldi che, saltellando tra la Juliette Lewis di Light a bolt of lightinin e la P.J. Harvey di Rid of me, smarca qualsiasi paragone con Curtis trovando una sua via personale e di sicuro effetto.

http://www.youtube.com/watch?v=-A0j1zHeECI

A corredo di questo post trovate i video delle interpretazioni, a mio parere, più riuscite.
Ma vi consiglio sinceramente – e parlo soprattutto a voi: Marta, Tito e Paolo – di prendervi un’oretta tutta per voi e, e di premere il play qui sotto

per godervi tutto il concerto nello splendore delle mie riprese fatte alla bell’e meglio (o a cazzo di cane, come volete!) in mezzo alla folla.

Date le condizioni sono abbastanza soddisfatto del risultato, godeteveli a schermo pieno, loro sono degli splendidi animali da palco e riprenderli è un piacere (tra l’altro, le differenze tra i lineamenti di Canali e di William Defoe sono sempre meno!)  ma ve ne consiglio, comunque, l’ascolto in cuffia.

Almeno fino al momento in cui, incrociando le dita, potremo gustarci queste immagini nello splendore dell’HD homevideo. Sempre per bocca di Canali infatti, è uscito fuori che l’intenzione di una testimonianza video ufficiale c’è: “Un cd sarebbe bello, ma con una performer così abbiamo pensato che sarebbe meglio uscire direttamente in video

Sono della stessa opinione.
Anche se, per percepire concretamente le vibrazioni che riescono a tirare fuori, vi consiglio veramente di seguirli nelle prossime tappe del loro tour.

Qui, qui e qui potrete trovare tutte le info.

Andateci e ditemi la vostra.

Vi lascio con la canzone con cui hanno concluso il concerto prima del bis finale. Godetevela.

http://www.youtube.com/watch?v=hwiJeHIzPNM&feature=related

Au revoir.

Scritto in me, muzic, roma, segnalazioni, video

5 commenti

  1. federico -

    E decisamente anni luce sopra cover come quelle dei Killers o degli Afterhours.

  2. Tito Faraci -

    Grazie. (Quello per i Joy Division è amore. In un certo senso, perfino… primo amore.)

  3. zanzathedog -

    Ieri sono stato alla data di San Giorgio di Piano e devo dire che è stato molto appagante.
    Angela Baraldi, bravissima, è riuscita a trascinare l’iniziativa che si presentava leggermente piatta.
    Il problema è che il concerto era stato preparato da un piccolo comune fuori Bologna assieme ad un progetto chiamato “Borghi e frazioni in musica”, la poca pubblicità fatta e l’organizzazione del tutto ha fatto in modo che l’età media del pubblico fosse di 65 anni.
    Insomma, quando sono arrivato al concerto, e dopo aver visto la gente e la sistemazione del palco -che mi rammentava più una festicciola di campagna per fare volontariato-, ero rimasto leggermente perplesso.
    Appena la Baraldi ha cominciato a cantare, e Canali e Dal Col a suonare, mi sono ricreduto.
    Ho riscoperto le tracce di “unknown pleasure” e le ho riamate come un secondo “primo ascolto”.
    Alla fine mi sono sentito in pace con me stesso, avendo capito d’essere andato a vedere una cosa buona e giusta, seppure non era l’idea di “concerto” che mi ero fatto nella mia testa.
    Ma va bene così.

    Ultima nota: apprezzabile il tentativo di compagnia da parte delle zanzare, che, una volta messo comodo, m’hanno accompagnato fino alla fine del concerto.

    Sono felice d’aver letto il tuo blog ed essere riuscito ad assistere coi miei occhi ciò che avevi descritto 🙂

  4. Mauro -

    @Federico
    A me quella di shadowplay degli afterhours piace un sacco!

    @Tito
    Di niente. L’amore va condiviso. Freesharing Love!

    @Zanza
    Onorato d’essere stato utile!

  5. thesolato -

    vennero anche nella mia città una volta, non male come come reinterpretazione!
    http://thesolation.blogspot.it/

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