Europride 2011: c’è amore un po’ per tutti…

15 giugno 2011 da Mauro

Quelli che benpensano lo chiamano ancora GayPride e ne parlano come di una carnevalata autolesionista, composta da esibizionisti e trans che simulano orge camuffati da pupazzi.
Dicono che ci andrebbero, se fosse una manifestazione organizzata diversamente, perché loro ci tengono ai diritti dei gay.

Ora, all’Europride di sabato c’erano i trans e gli esibizionisti che simulavano orge camuffati da pupazzi?

Si.
E molti erano anche parecchio divertenti.

C’erano anche diversi tipetti decisamente eccentrici,

ma voglio dire,

quale luogo migliore di una manifestazione dedicata all’orgoglio delle libertà sessuali ed individuali,

per mostrare – estremizzando – quello che viene pubblicamente tenuto nascosto nei restanti 364 giorni dell’anno?

(e se non siete d’accordo ricordatevi che noi abbiamo i cosplayer.)

Ma tra camuffati e travestiti, come ci si arriva ai 500.000 partecipanti (qualcuno dice addirittura un milione) che hanno invaso le strade di roma?

Con queste persone qui:

Famiglie, gruppi di amici, coppie, (quelli che benpensano li definirebbero “normali”) che pacificamente hanno manifestato per la volontà di ribadire il diritto fondamentale di ogni uomo di non essere diverso da quello che è.  Il passaggio stesso da GayPride ad EuroPride segna la volontà netta di manifestare per la libertà di OGNI individualità sessuale: Gay, lesbiche, bisex, trans, etero che tu sia, affinché non sia più un discrimine per la persona.

C’è chi ha ribadito questo diritto con la semplice, ma necessaria, partecipazione, chi sottolineandolo con striscioni, insegne, cartelli:

chi indossando alcune tra le magliette più belle che mi sia capitato di vedere ad eventi simili:

(tra i quali, il vincitore assoluto è indiscutibilmente lui:)

Erano presenti persino due versioni alternative di quel gran fico di Cristiano Spadoni provenienti da diverse terre parallele:

Ma il corteo è servito soprattutto a dare un senso all’orripilante statua dell’appena beato Giovanni Paolo II, che – come confermerebbero Raffo, Gio e Fede – non deve averla presa benissimo:

Come ricorderete, il beato, nella sua beata vita non si espresse mai in termini, mmmm… diciamo così, del tutto favorevoli riguardo la questione dell’omosessualità e dei gay pride in generale. Quindi, siccome la memoria è labile, e ricordare è sempre meglio che dimenticare, ho pensato di fermare con uno scatto un momento che mi sembrava particolarmente simbolico corollandolo delle beate parole dell’ex papa.
Eccolo qui, cliccate per leggere meglio:

La serata si è conclusa all’ombra del Circo Massimo dove il discorso si è fatto più concreto e sono intervenuti numerosi esponenti delle realtà LGBT per parlare delle diverse esperienze dei popoli che rappresentano.
Degli ottomila fascisti che in Dalmazia hanno assalito i ragazzi che partecipavano al Gay Pride.
Dei 77 paesi in tutto il mondo in cui l’omosessualità è ancora un crimine punibile dalla legge e dei 6 stati in cui la pena è la morte.

Ma il maggior clamore è stato ovviamente suscitato dall’intervento di Lady Gaga.
C’è chi si è detto dubbioso, chi l’ha criticata ferocemente, chi ha parlato di manovra di marketing.
Personalmente credo che vedere ed ascoltare un personaggio così popolare che per 15 minuti ininterrotti propone alla folla la sua opinione in merito (con tutte le furberie e le estreme retoriche del caso) e il suo appoggio alle diverse categorie presenti sia un segno grande di partecipazione.
Un segno inaspettato. Viviamo in un’epoca – ma soprattutto in uno stato – in cui gli artisti evitano come la peste il rischio di esporsi aldilà di quello che dicono le loro opere.
Artisti che fingono di dimenticare che la vita E’ la politica. Che ogni scelta che compiamo E’ politica.
Per cui io mi sono limitato ad ascoltare e ad applaudire sorpreso il suo intervento, che qui vedete in video:

Mentre qui potete leggere il suo discorso integralmente tradotto in italiano:

“Appena ho intrapreso questo viaggio artistico e musicale ero una semplice donna americana, figlia di due generazioni di americani.
Ignoravo quella passione e il fervore per le uguaglianze e la giustizia sociale che mi sarebbe cresciuta dentro dal profondo del cuore.
Mano a mano che mi sono avvicinata a voi tramite la danza, l’arte, la moda e la celebrazione della nostra individualità mi è apparso chiaro che la mia più grande missione sarebbe stata diventare parte della mobilitazione della comunità Lgbt.
Oggi e ogni giorno combattiamo per la libertà per la giustizia, chiediamo compassione comprensione e sopratutto vogliamo piena uguaglianza ADESSO!

Sono arrabbiata come tanti di voi oggi ma dobbiamo trasformare questa piazza italiana in una vera e propria chiesa elettrica. Dobbiamo dare prove della nostra rabbia dei nostri dolori ma questo ci deve rende più forti, oggi, nel proclamare la difesa dell’amore. Per alcuni governi i diritti non sono una priorità sociale, sono ambigui.
Nel mio Paese la trasparenza della democrazia è diventata confusa in seguito a procedure politiche. Navigo su Google, Internet per cercare tracce di verità politica e di giustizia sociale.
Io voglio sapere, come lo volete voi, le argomentazioni di questo dibattito della democrazia, voglio avere voce in capitolo in questo dibattito.
In Usa si possono celebrare diritti dei gay ma in qualche modo il problema politico esiste sempre.

Ma adesso parliamo di Europride. Alzate le mani, voglio vedervi tutti… Non è una festa ma una manifestazione pacifica e noi siamo qua per difendere l’amore. Voglio dire grazie a tutti colori che sono qui in questa bellissima piazza: Ciao Roma! Mi sono svegliata stamattina nel mio albergo ho dato un’occhiata a questa città bellissima e subito ho iniziato a sentire i mashup di Paparazzi, Judas e Born This Way… Grazie grazie tantissimo per aver permesso alla mia musica di far parte di questa manifestazione. È un onore per me essere qui oggi. A tutti gli organizzatori dell’Europride che combattono per i diritti Lgbt , voglio dire grazie Grazie, abbiamo bisogno di voi!

Bravo Alemanno,

[qui il pubblico risponde fischiando. Lei si ferma e continua spiegando i motivi – non così scontati – di questo ringraziamento]

lo ringraziamo per aver coordinato questo evento che ci ha consentito di essere qui oggi per celebrare tutto pacificamente.

Per me è un onore essere qui inoltre e vorrei ringraziare Donatella Versace. Lei ha praticamente realizzato questo vestito sul palco. Ho un abito dell’ultima collezione di Gianni Versace. Guardo nella folla e vedo che ci sono così tanti cittadini europei che lottano per la loro libertà, Per quei diritti che in molti paesi sono ancora illegali. Viaggio molto nel mondo, stringo loro la mano e voglio dire che è il vostro coraggio che mi ha ispirato. Le storie di tutti i miei carissimi fans, soldati, dei senzatetto, di coloro che cercano di perorare la causa dei diritti della comunità Lgbt, queste sono le storie e devono essere raccontato al mondo, le storie che hanno cambiato il mondo e che hanno parlato in difesa dell’amore

Siamo qua oggi non certo perché siamo privi di valori!
Siamo qua per proclamare la nostra forza e la nostra intelligenza. Non vogliamo essere trattati se non da essere umani. Il 26 giugno 1969 nel West Village è nato il movimento gay: noi eravamo tutti insieme quella notte come eravamo qui questa sera per la solidarietà. Siamo qui per riunirci insieme. E lo dico ancora una volta: dobbiamo andare avanti nella difesa dell’amore. Siamo qui insieme per chiedere e difendere diritti umani, per porre fine alla discriminazione e all’intolleranza. Abbiamo fatto tanti progressi progressi anche per la visibilità Lgbt, abbiamo fatto tanto contro la violenza e l’omofobia.

Ho parlato di queste cose in tutto il mondo e mi viene chiesto perché parli così tanto dei gay. Mi chiedono “Perché sei così gay?”
Perché mi fanno queste domande? Perché è così importante questa cosa per te? Io sono figlia della diversità. Sono una della generazione che sente obbligo morale di esercitare questa potenzialità rivoluzionaria e fare del mondo un mondo migliore. E, su una scala “gay” da uno a dieci, io sono una fottuta Judy Garland 42.
Sono consapevole del fatto che molti governi non consentono ai concittadini di avere questi consensi per me è terribile. C’è censura nella comunicazione e vorrei dire che in qualche modo queste barriere dobbiamo abbatterle. Conosco tante storie e spero che possano sempre essere messe più in luce. Noi del resto siamo fatti e nati così.

È la quantità di queste storie che hanno subito tanta discriminazione non permettono alla gente che la diseguaglianza è un effetto che ancora si sente adesso e in futuro. Vorrei nominare alcuni governi: Lituania, Russia, Polonia, Budapest, Libano, i Paesi del Medio Oriente. Non c’è un unico esempio di paese o legge per parlare degli effetti e della gente che arriva a gesti estremi per queste forme di isolamento: arrivano anche al suicidio. Io sono qui oggi, non solo perché sono una donna, ma perché cittadina europea. E chiedo ai governi di fronte al mondo di facilitare il nostro sogno di uguaglianza: Aiutateci a trovarci insieme nella pace, non divideteci!

Conosco le religioni, ho rispetto in chi crede ma credo che sia importante rivendicare il cambiamento, riconoscerlo. Sono tante le questioni sociali, reali, serie. E io credo che in qualche modo tutto questo non debba avere un effetto nefasto sull’uminità. A volte i Presidenti dei governi sono così influenti… noi siamo qui perché spero riescano a capire che noi Lgbt non abbiamo accesso al dibattito politico. Lottiamo per la nostra identità. Quanto arriverà il giorno del nostro matrimonio, il giorno in cui porre fine a questa discriminazione? Come trasformare l’oppressione del passato nella liberazione del futuro? Facciamo nascere una nuova ideologia internazionale, siamo insieme per riassumere la nostra storia, lo vogliamo fare oggi. Dobbiamo essere rivoluzionari, farci voce dell’amore, della potenza umana, essere forti, per salvare vita e incoraggiare unità in tutto il mondo. Grazie!”

Questo è quanto, che altro aggiungere?
Ah si, che i nomi dei gruppi lesbici ricordano tantissimo una certa cinematografia poliziottesca degli anni ’80.
Robetta del tipo: “RABBIA LESBICA!” o “LE LESBICHE IRROMPONO” avrebbero fatto la gioia di un De Leo e di un Corbucci, anche se il palloncinpisello di questa foto non sembra credergli più di tanto.

Che la signora che abita in Via Cavour e che ballava affacciata in finestra al ritmo della musica dei carri lanciando baci, segnali di pace e cuori all’indirizzo dei manifestanti, s’è meritata l’amore eterno di tutti quelli che l’hanno vista tra cui, ovviamente, anche il mio.

E a proposito di ciò, e ricollegandomi alle parole di De Andrè che ho usato per il titolo di questo post, eccomi qui

Sotto alla scritta probabilmente più banale ma che, più di tutte, taglia direttamente la testa al toro.

Perchè c’è amore un po’ per tutti, e tutti quanti hanno un amore.
Sulla cattiva strada.
Speriamo anche su quella buona.


15 commenti

  1. Giordano -

    Daccordissimo su tutto, grande Mauro. Eccetto che sulle qualità artistiche di Lady Gaga! Buahauhauhauhau!

  2. blablaz -

    Magrellis eri il più bello.

  3. cristiano -

    ma che bello!

  4. Carlo Bocchio -

    “Quelli che benpensano lo chiamano ancora GayPride e ne parlano come di una carnevalata autolesionista, composta da esibizionisti e trans che simulano orge camuffati da pupazzi.
    Dicono che ci andrebbero, se fosse una manifestazione organizzata diversamente, perché loro ci tengono ai diritti dei gay.”

    Sono io quello che la pensa così, e proprio, con la massima sincerità, perchè ci tengo ai gay. AI miei amici gay, che non vanno al “gaypride”, perchè la pensano come me!

  5. Scarlet -

    C’ero anche io, mi sono divertita molto, ma soprattutto mi sono commossa davanti all’associazione AGEDO (http://www.agedo.org/ associazione genitori di omosessuali) perché erano fichissimi quel giorno e sono fichissimi nel sostenere i loro figli. Questo deve fare un genitore, che altro?

  6. Andrea Gadaldi -

    Il colmo di guardare una carrellata di foto dell’europride e trovarci una foto di Recchioni.

  7. Mauro -

    @Giordano
    Ma se l’unica cosa di cui NON ho parlato sono proprio le sue qualità artistiche!!! 😀
    E comunque devi avermi letto nella mente, perché a me le sue cose non dispiacciono!

    @Blablaz
    Vero. Ma anche Werther spigneva.

    @Cristiano
    Che effetto fa sapere come sono andate le sliding doors? 😀

    @Carlo
    Si, se non fosse che il dimostrare che tra 500.000 persone, il 95% erano diverse da quelle che non vi spingono ad andare dovrebbe quantomeno mettervi in dubbio sulle vostre prese di posizione, no? E ti assicuro che di tutto il carrozzone che vi allontana, alle 22, quando sui palchi parlava “la gente seria”, non c’era quasi nessuno. Ma neanche voi!

    @Scarlet
    aumentare le paghette, tenere spenta la tv, illustrare il reale valore della pornografia.

    @Gadaldi
    Percepisco un mirabolante giuoco di parole!

  8. Black75 -

    La cosa più simpatica è che ci stavano pure le famiglie “convenzionali”, la signora alla finestra doveva essere proprio un mito, Lady Gaga è brava… e non l’avrei mai detto! Evviva l’ammoooooore!

  9. Marta -

    Bravi, bravi tutti!
    io che da anni vivo in uno di quei (troppi) paesi che classificano l’omosessualita’ come reato (ma che poi l’accettano e in diversi modi la fomentano, perpetrando una segregazione sessuale idiota e totale) sono orgogliosa di ognuna delle persone che era la’ per dire che, oh, tu sei felice? e tanto mi basta.
    bravi, bravi tutti! (nienteniente che state facendo le prove generali per diventare un paese normale?!)

  10. il decu -

    Le due versioni di Cristiano mi hanno fatto troppo ridere.

  11. Carlo Bocchio -

    @Mauz
    si vede che le cose sono migliorate, e SE non c’è più bisogno d’essere freaks showinisti e volgari per dimostrare che si è normali.Se così è alla prossima sarò felice di non sentirmi emarginato io in mezzo al circo, ma invece contento di stare tra i miei simili, al di là di un banale gusto sessuale!

  12. Mauro -

    Ma le proporzioni sono sempre state quelle carlè!
    500.000 persone. I “freak” (per citarti) stanno al 90% sui carri e qualcuno in giro. Quanti sono in tutto? Vogliamo dire 300? Ok: 300.
    Quanti sono 300 su 500.000? Quanto contano?
    E soprattutto, perché puntare il dito sulla “carnevalata” e non su tutte le iniziative che hanno composto l’evento? Ci sono stati incontri, mostre, rappresentazioni, conferenze, testimonianze. Parlare dei mascherati vuol dire che di tutto l’aspetto – che sembri ritenere “serio” – te ne sei un po’ fregato.
    E ci mancherebbe, ognuno si informa di quello che vuole, ma poi, non conoscendolo, sarebbe meglio non dire la stessa cosa, un po’ qualunquista, che purtroppo dicono in molti.
    Ti faccio un nuovo esempio, che li avevo solo accennato: i cosplayer.
    Sono la parte fondamentale di una fiera di fumetti? No. Sono UNA delle parti. Parti che comprendono incontri con gli autori, firme, dediche, disegni, compravendita, mostre ecc. E ti assicuro che la somma dei cosplayer presenti ad una fiera di fumetto è un tantinello superiore a quella dei “mascherati” ad un gaypride!
    Besi.

  13. Raffo -

    Mi è dispiaciuto non esserci, ma mi sono gustato le tue foto e quelle fatte da un mio amico.

    Penso che anche le “carnevalate” siano necessarie e facciano parte della manifestazione; proprio per i tabù che lo stato-chiesa ci inculca da quando siamo bambini, una volta ogni tanto fa bene a tutti vedere un po’ di orge simulate sopra a dei carri e soprattutto sotto la bela statua del papa.

  14. carlo bocchio -

    @Ma le proporzioni sono sempre state quelle carlè!
    500.000 persone. I “freak” (per citarti) stanno al 90% sui carri e qualcuno in giro. Quanti sono in tutto? Vogliamo dire 300? Ok: 300.
    Quanti sono 300 su 500.000? Quanto contano?

    contano, contano moltissimo, come 200 fasci in mezzo a 500mila persone tranquille.tanto è vero che poi sono loro la calamità rappresentante del gruppo, in un discorso che è di immagine e identità,non può essere di secondo piano. Tanto è vero che tu per primo quelle di foto riporti,quelle dei freaks.

    @E soprattutto, perché puntare il dito sulla “carnevalata” e non su tutte le iniziative che hanno composto l’evento? Ci sono stati incontri, mostre, rappresentazioni, conferenze, testimonianze. Parlare dei mascherati vuol dire che di tutto l’aspetto – che sembri ritenere “serio” – te ne sei un po’ fregato.
    E ci mancherebbe, ognuno si informa di quello che vuole, ma poi, non conoscendolo, sarebbe meglio non dire la stessa cosa, un po’ qualunquista, che purtroppo dicono in molti.

    certamente: se si parla di gaypride, anche se lo chiami “euro”, limitatamente alla solita bagarre del pene pendulo, io mi tiro fuori e poco mi interessa: ci sono così tante cose da fare e da dire piuttosto che andare, sotto la schioppina, a fare il freak in mezzo a chi vuole dei diritti umani. Quando mangio male in una trattoria, poi difficile che ci torno e manco vado a guardare se si rifà il trucco.
    Sul qualunquista non sono d’accordo: sono esausto di tutte le stronzate “trendy” che la gente partorisce ogni 5minuti. Ce n’è una ogni dove e per ogni come, quando se la medesima si muovesse meglio politicamente e avesse una coscienza civica non avremmo una chiesa mostruosa di carnefici crocifiggitori, politici mafiosi corrotti puttanieri e assassini, una polizia composta di criminali armati,e condanne per chi è innocuo e libertà per i razzisti.Io la vedo così.

    @Ti faccio un nuovo esempio, che li avevo solo accennato: i cosplayer.
    Sono la parte fondamentale di una fiera di fumetti? No. Sono UNA delle parti. Parti che comprendono incontri con gli autori, firme, dediche, disegni, compravendita, mostre ecc. E ti assicuro che la somma dei cosplayer presenti ad una fiera di fumetto è un tantinello superiore a quella dei “mascherati” ad un gaypride!

    Per me i cosplayer sono l’anima di una fiera, perchè la fiera, in sè, è una triste realtà mercatara, e loro ne sono un prodotto consumistico inconsapevole. La fiera come la concepisce Igort invece è una semplice PROCON melensa adulta e melanconica, per me un’occasione mancata di avvicinare gli ignoranti(in senso di inconsapevoli) al fumetto; ma non amo manco la rivincita dei nerds: sono sempre stato contro gli auto-tetraplegici a rotelle che vivono nei fumetti scartando l’ipotesi di tradurre nella realtà le cose buone che da lì vengono, cercando di soorprendere con buone idee. Se la fiera fosse una integrazione collaborativa del mondo fantastico con quello reale, non avremmo pallose conferenze, signing session, andazzi da fiera del libro et similia, ma avremmo una disenyland del fumetto, un paese dei balocchi dove radunarci tutti per vivere giorni di vero ludibrio,invece che di lugubre cottolengo. A me le fiere piacciono perchè incontro i colleghi, e ai colleghi perchè hanno riscontro del pubblico sulle loro pubblicazioni.Feci poche fiere negli stand, una anche a S.Diego dove avevo inaspettatamente dei fan, ma anche lì, che è il gota dell’immersione nel fumetto.
    Al di là di questo a me piace una comunicazione in manifestazione che su un tema così importante come l’uguaglianza e l’amore universale, non vada ne a ironizzare, e soprattutto a mostrare culi ai minorenni per strada, a mò di mediaset. Preferisco e mi riconosco in una felice dimostrazione di serenità, serietà e pulizia che gli altri, quelli che puntano il dito sui gay, si sognano. Una specie di imbarazzante dimostrazione di armonia e di felicità, che magari quegli altri trovano solo coi bunga bunga, la coca e lo schiavismo delle puttane.
    lo so, mi puoi ridare il dato istat dei 300 su 500mila,ma in 300 si diventa anche troppo famosi e troppo rappresentativi.

  15. Alessandra -

    io c’ero!

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