Mauro dice NO anche quest’anno.

28 febbraio 2011 da Mauro

E’ andata come l’anno scorso.
Ma stavolta è intollerabile che il premio come miglior regia venga dato a Il discorso del re.

Bellissimo film, per carità, niente da dire.

Ma bellissimo per taaaaaanti motivi diversi dalla regia.
Bellissima l’interpretazione degli stellari Colin Flirth e  Geoffrey Rush.
Bellissimo lo script.
Bellissime le scenografie e la messa in scena.

E la regia?

Mah.
Interessante in alcuni punti.
Arguta in altri.
Noiosa a volte.
Senza infamia e senza lode spesso.

Se poi la andiamo a paragonare a quella di due colossi della regia come The Social Network di Fincher e 127 ore di Boyle i discorsi stanno a zero.

Fincher nel suo ultimo film porta all’apice la ricerca di glaciale messa in scena che ha iniziato a perseguire abbandonando tutti i fincherismi che l’hanno accompagnato fino a Panic Room.
E dopo le sperimentazioni del buono Zodiac e dell’orribile Benjamin Button firma un capolavoro di rara maestria.
Il distacco che diventa calore.
Il ghiaccio in grado di emozionare.
Un sussurro sentito da una distanza incolmabile.
Una stanza grigia e asettica in cui fare l’amore.
Questa è la regia che si è presentata agli oscar e che s’è vista scippare un premio che avrebbe strameritato o, quantomeno, avrebbe dovuto condividere con l’ultimo Danny Boyle.

In 127 ore la forma si fa linguaggio ed entrambe si inginocchiano allo stile e alla narrazione.
A partire dal tiratissimo incipit di presentazione del personaggio, passando per l’uso diegetico ed extradiegetico del digitale fino a concludere con le visioni del protagonista in cui immagine e suono creano un’esperienza sensoriale che non si limita a toccare la vista e l’udito ma entrano sottopelle col suono di una chitarra capace di recidervi i tendini.
Boyle trasuda competenza pur restando sempre e comunque lontano dal barocchismo di cui si imbevono (e si sono imbevuti) autori molto più blasonati, ed è lì, a farsi la sua cosa nella casa.
Sopra tutti gli altri.

Queste sono state le migliori regie tra quelle in nomination.

Tutto il resto non è sicuramente noia, ma neanche gioia.

p.s.
Ma quant’è italiana la brutta locandina italiana di 127hours?

P.P.S.
Ah! per quanto io ami Lasseter, l’oscar a Toy Story 3 e NON a Dragon Trainer urla proprio vendetta.

Che la Furia Buia si accanisca su di voi.

12 commenti

  1. Pao -

    Commento il PPS, sperando di non incorrere in alcuna maledizione. Dragon Trainer è un bel film, molto ambizioso e coraggioso, ma Toy Story 3 mi ha emozionato e avvinto come non mi succedeva… dal primo tempo di UP! Capisco che si possa preferire Dragon Trainer (tra l’altro premiarlo avrebbe lanciato il messaggio: “Un altro cinema d’animazione è possibile pure se non siete la Pixar, basta con queste fiacche parodie e questi film senza idee”), ma mi pare che Toy Story 3 non abbia rubato proprio nulla.

  2. RRobe -

    Toy Story 3 è orrendo.

  3. FranK MacGuffin -

    A me hanno emozionato entrambi, ma molto di più il pixariano Dragon Trainer (non a caso il miglior film d’animazione Dreamworks, per quanto mi riguarda).
    Sulla regia sono d’accordo. Forse avrei premiato lo sperimentale Boyle (anche se non era candidato). Fincher ha assecondato molto i fatti e i personaggi con una regia “invisibile”, adeguata al soggetto trattato, ma poco personale (?).
    Siate buoni, ho messo il punto interrogativo su Fincher.

  4. Marco C. -

    Sul premio alla regia sono d’accordo anche se non avendo visto i film da te citati non mi posso esprimere su di loro (io avrei premiato il Grinta ma solo perché adoro i Coen e il Western e quindi sono di partissima).
    Mi spiace che Geoffrey Rush non abbia vinto nulla, forse meritava più di Colin Firth vista la gran prova d’attore che fa.

  5. Mauro -

    @Pao
    Toy Story 3 è un gran sequel, ottimamente raccontato e magistralmente realizzato.
    Ma è anche sintomo di una direzione che la Pixar per anni ha dichiarato di non voler intraprendere e che gioca – esattamente come il primo tempo di Up – un po’ troppo smaccatamente col cuore degli spettatori rischiando di sconfinare nella grana grossa (per quanto, quando si prendono tutti per mano nella scena che ben conoscerai, anch’io mi sono detto: “E’ fatta!”.
    Quindi, per me alla fine Toy Story 3 resta – solo – un buon film tra i giganti che la Pixar ci ha regalato in questi anni.
    Come dici tu, premiare Dragon Trainer, avrebbe avuto anche qualche significato in più!

    @Rrobe
    Adoro quando fai sembrare me un moderato 😀

    @Frank
    E invece secondo me la regia di FIncher è tutto tranne che invisibile. Il lavoro di sottrazione totale iniziato con Zodiac qui riparte, e si fa più maturo, prendi la sequenza “di chat” iniziale tra lui e lei. Prendi la scena dei canottieri. L’impronta c’è, e anche forte!

    @Marco
    Vero. Anche a me è piaciuto più lui!

  6. Watanabe -

    Non ho visto “Il discorso del Re” premetto.
    Purtroppo i membri dell’academy, ormai da anni, sembrano non prestare particolare attenzione al premio Miglior Regia. Alle volte sembra essere un clone del premio per Miglior Film.

    Non sono un fan di Fincher. Però Social Network è veramente un film notevole da molti punti di vista e in primis nella regia.

    Toy Story 3 è un buon film, meglio di Dragon Trainer, un po’ troppo buonista e dal sentimentalismo facilone. Il vero capolavoro d’animazione quest’anno era L’illusionista di Chomet.

  7. Watanabe -

    * un po’ troppo buonista etc -> riferito a Toy Story 3.

  8. FranK MacGuffin -

    @ Mauro
    Ecco, in Zodiac l’ho preferito. Comunque rivedrò The Social Network con maggior attenzione alla regia, tenendo anche conto delle sequenze che hai indicato.

  9. Scarlet -

    D’accordo su tutto. Tifavo tanto per dragon trainer :'(
    però dài.
    L’oscar a trent reznor, quello lo puoi salvare. 🙂

  10. Ann -

    Il miglior film d’animazione è Rapunzel!

  11. Thomas Magnum -

    Quoto in pieno, Mauro.
    Furia Buia compresa.

    Vabè, ma che commento è? E’ inutile!
    Si, lo so, ma quando uno scrive un post al posto tuo fa sempre piacere.

    Saludos.

    @Rrrobe eddai, cazzo.

  12. vincenzo -

    mhmm… per me il dono più grande di TSN è il Geniale Aaron Benjamin Sorkin. Personalmente lo ritengo un genio assoluto come sceneggiatore, mentre in generale (non in questo caso ovviamente) come Executive Producer è il mio poster in ufficio (nel caso mi dimenticassi come sogno di diventare).

    PS.: non c’entra ma per me Studio 60 on the Sunset Strip è realismo puro!

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