Con le radici troppo grandi.

20 gennaio 2011 da Mauro

Il dragon fruit è una prova concreta del fatto che dio esiste e che lavora da qualche parte come designer.

Visto da fuori:

Visto da dentro:

Oltre ad appagare la vista, si preoccupa parecchio anche dell’olfatto e del gusto: quella polpa ti entra dentro e non te la scordi più.

Ma la bontà del dragon fruit tocca solo lateralmente l’argomento principe di questo post, così come introdurre lo splendore dello Star fruit

non è altro che un modo per continuare a dedicarsi ai comprimari rimandando il momento
dell’arrivo
del vero
protagonista.

LUI.

Chain.

Guardatelo bene.

Avete mai visto una faccia così bella in un posto che non sia il cinema?
Werther? Visto che roba? Rrò? Leo? Emi? Giò? Fede? Ivan?

Un ronin con talmente tanti segni sul viso che soltanto unendoli con una linea si può arrivare a capirne bene la figura.

Chain sta tutto il giorno qui:

dietro un chiosco in cui vende succhi di dragon fruit, succhi d’arancia e star fruit.

Li prepara,

li imbottiglia

e per 20/25 baht sono tuoi.

Se per caso sei italiano, se per caso sei di Roma, potresti imbatterti in questa conversazione:

Chain: “Roma… la conosco bene ma purtroppo non l’ho mai vista.”

Me: “Come mai allora dici di conoscerla?”

C: “Perchè l’ho studiata a lungo. Ero affascinato da come un impero possa diventare enorme e poi improvvisamente perdere tutto.”

M: “Già. Tornare ad essere semplicemente una normale città.”

C: “Dev’essere strano nascere a Roma, oggi.”

M: “Non più strano che nascere in qualsiasi parte del mondo.”

C: “Non è proprio così. E’ più come nascere su un albero con delle radici enormi, impressionanti, maestose… ed essere quella minuscola fogliolina in alto, spuntata dal più piccolo dei rametti, alla mercé della pioggia e del vento che tira forte. Una grossa responsabilità. O vieni strappato via, o sei un sopravvissuto.”

Ora.
Io non so se dietro tutta questa epica si nasconda della ciccia o della fuffa, fatto sta che l’ultima volta che a Roma sono entrato in un alimentari a comprare un succo di frutta, la tizia dietro al bancone c’ha tenuto ad informarmi del fatto che la fidanzata del figlio fosse identica a Belen.
Ma sicuramente non così zoccola.

E allora io Chain me lo segno qui per non dimenticarmelo.
Perché il succo di dragon fruit era strepitoso.
Perché non m’aspettavo che mi dicesse quella roba.
Perché questa faccia vale tutti i passi che avrà fatto.

[ se andate a Bangkok e volete incontrarlo, il suo chiosco si trova davanti al molo in cui si prende il battello per andare dal King’s Palace al Wat Arun.]

8 commenti

  1. Michele T. -

    Mauro, questo tuo diario di viaggio è davvero bello. E’ un piacere leggerlo!

  2. Ingrid -

    Delizioso. Davvero. Il post.
    Sul dragon fruit non posso esprimermi.

  3. ivanhawk -

    Meraviglia, praticamente il Manuel Fantoni di Bangkok!

  4. Marco C. -

    Visto il nome direi “Er Catena” di Bangkok…e possa dio perdonarmi di questa boiata

  5. rainwiz -

    Comincio a capire il giro che frequentava David Carradine

  6. Giorgio -

    Da dieci sto post!

  7. Mauro -

    Grazie Giò!
    Ci vediamo presto!

  8. ericafà -

    bella foto… bel post.
    bravo mauro.

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