Le parole sono importanti!!!

17 settembre 2010 da Mauro

Da Repubblica:

“Ibiza, giovane italiano vittima del balconing”.

Analizziamo quel semplice testo.

Dove: Ibiza.
Chi: Giovane Italiano (categoria a cui giornalisticamente appartiene chiunque sotto i quaranta non si sia macchiato di stupro – in tal caso vedere alla voce: Giovane Rumeno).
Cosa: “vittima del balconing”.

Essendo un articolo tratto da un quotidiano, non è importante che il quando lo si deduca da quell’informazione mentre invece avrete forse notato l’orrida e allarmante assenza di un Perchè.

Il perchè non è stato inserito e al suo posto, il giornalista, ha preferito inserire prima una parolina strana: vittima, e poi un nemico: il balconing.

A-ah! Il nostro Giovane Italiano è caduto vittima dell’infame attacco del Balconing!
Povero G.I.Joe, sopraffatto da questo orrido male, da questo nemico inarrestabile.
Da questo balcone.

Ora, io lo capisco il G.I. perchè da ragazzino facevo wrestling contro i cuscini sul lettone di mia nonna e ho rischiato di morire vittima di Comodining.

Dopo un suplex che ha mandato in visibilio la folla nella mia testa, Mr Cuscino era rotolato per terra.
El Incredible Mauro gli si avventa contro ma scivola vittima di Calzining su Pavimenting e sbatte violentemente la testa contro l’infame Comodining dai pomelli appuntiti. Ahi! Ahi!

A neanche due centimetri dall’occhio sinistro, El Incredible Mauro si ritrova un bel pezzo di pomello infilato nella faccia.
Se lo toglie.
Mani in alto e piangendo dignitosamente, rallegra il dopo pranzo di tutta la famiglia che urla e rende reale la folla di prima.

In quel caso la madre di El-non più-Incredible Mauro gli insegnò, imprimendo ogni parola a suon di schiaffoni sulle bianche carni del suo culo,  che queste cose accadevano più facilmente se ci si lanciava dal letto come un bambino coglione.
Non usò esattamente questo termine ma il senso era decisamente questo.

E in quel momento El Mauro capì che non era stato vittima di Comodining ma semplicemente un bambino coglione, che se l’era vista brutta.

Rapportando il tutto al nostro G.I. non siamo davanti ad una vittima di Balconing ma ad un giovane coglione che non avrà più la possibilità di vedersela brutta.

Quindi, visto che le parole sono importanti, riportiamo le notizie per quelle che sono veramente:

Ibiza, giovane coglione vittima del suo essere tale.

E solo da qui, possiamo iniziare a parlare del caso e delle motivazioni.

Le parole sono importanti.
Le parole sono importanti!

Il “balconing”.

Ve ‘e darebbe io du’ pizze, ve ‘e darebbe!

22 commenti

  1. Solange -

    Che dio ti benedica, Maurello … Quando finisco di ridere ti potrò dire quanto hai ragione. 🙂

  2. Graziano -

    Concordo in pieno col tuo nuovo titolo e col fatto che le parole siano importantissime, come ho già scritto anche io tempo fa sul mio blog. Saluti.

  3. saratraba -

    ahaha! ho riso (amaro) molto.

  4. RRobe -

    Divertente.
    Ma, secondo me, ti sbagli.
    Cioè, è verissimo che ‘sti termini fanno ridere… ma il punto è che se diventa una pratica e se quella pratica ha un nome, tant’è.
    Pure buttarsi con una corda elastica non è esattamente l’idea più furba del mondo. Ma se avessi letto un articolo con scritto: “giovane italiano vittima del bungee jumping”, non avresti fatto una piega. Come non l’avresti fatta se avessero scritto “paracadutismo”.

  5. Andrea G. Ciccarelli -

    Da piccolo ho cercato di convincere mio padre a trasformare l’inutile giardino dietro casa in una ben più utile piscina sostenendo che, visto che già da allora al mattino faticavo ad alzarmi, avrei potuto guadagnare preziosissimi minuti (e quindi arrivare in tempo a scuola) sostituendo il prosaico lavarsi la faccia in bagno con un ben più piacevole tuffo dal terrazzo in piscina.
    Potevo essere un precursore del balconing e non lo sapevo…

    (il guardino è ancora lì e io continuo ad avere tempi lunghissimi al mattino)

  6. Andrea G. Ciccarelli -

    Da piccolo ho cercato di convincere mio padre a trasformare l’inutile giardino dietro casa in una ben più utile piscina sostenendo che, visto che già da allora al mattino faticavo ad alzarmi, avrei potuto guadagnare preziosissimi minuti (e quindi arrivare in tempo a scuola) sostituendo il prosaico lavarsi la faccia in bagno con un ben più piacevole tuffo dal terrazzo in piscina.
    Potevo essere un precursore del balconing e non lo sapevo…
    (il guardino è ancora lì e io continuo ad avere tempi lunghissimi al mattino)

  7. Andrea G. Ciccarelli -

    ops, doppio commento. Pardon…

  8. Giorgio Santucci -

    il balconing è una figata

  9. il decu -

    Grasse risate.
    Un pezzo di film che mi commuove (il film).
    Sui neologismi in gerundio è ovvio che si legittimano quando diventano pratica… ma sono d’accordissimo con te.

  10. skiribilla -

    Son d’accordo pur’io.
    E penso lo stesso quando qualcuno che si lancia con l’elastico o il paracadute ci lascia le penne.
    Lo sapevi anche prima, più o meno giovane collezionista di adrenalina, che poteva andarti fatta male.

  11. Michele -

    Concordo su tutta la linea! L’uso della parola è importante, ma anche la vita lo è. Rischiare di farsi male, o peggio di lasciarci le penne per fare una cosa senza senso, è veramente assurdo! E poi c’è gente che ha il coraggio di dire: “poverino!”.

  12. Mauro -

    @Rrobe
    il problema è che a me sembra che la tendenza a dare un nome alle situazioni serva sempre, da una parte, a dargli importanza (bhè si, il balconing, grande piaga del nostro secolo), dall’altra a delegittimare la persona che, da colpevole, diventa vittima.
    Quel tizio è colpevole di balconing, non vittima.
    Colpevole perché non lo puoi fare. Non puoi gettarti dal balcone di un albergo perchè ti acchiappano i proprietari e ti cacciano a calci in culo. Perchè precipiti sulla testa di qualcuno in acqua e lo ammazzi. Perchè se ti spacchi una gamba occupi un letto di ospedale che potrebbe servire a me che mi faccio i cazzi miei.
    Lo fai lo stesso? Schiatti? Colpevole di Balconing (così come se vai a schiantarti ubriaco contro un muro sei COLPEVOLE di incidente stradale e non vittima)
    Poi, l’esempio del bungee jumping e del paracadutismo per me non è proprio a fuoco. Lì hai una situazione “a norma”, “controllata” con delle misure che servono a tutelare te e il prossimo, per cui, se ci schiatti, si, è stata una disgrazia.
    E quindi un’altra colpa del dargli un nome è farlo sembrare al pari di quelle altre situazioni che tu citi.
    Può essere paragonato al primo che s’è inventato che legarsi un elastico ai piedi e gettarsi dal monte rushmore poteva essere una cosa divertente.
    Lì, fosse schiattato, l’inventore del Bungee Jumping sarebbe stato, allo stesso modo, coglione.
    Comprendere invece, come tutelarsi e come tutelare l’altro, è tutt’altro paio di maniche.

  13. amal -

    Come dice una mia amica: “il balconing è una figata: elimina un sacco di coglioni da questa terra”.

    Come tante altre cose. Io le suporto. Sono buone e giuste.

  14. maurizio battista -

    Tutorial su come far venire l’orticaria a Mauro.

    1) Collegarsi al sito di bonduelle e scegliere tra i primi 3 spot disponibili (bodybuilding, jogging e stretching).

    2) Sceglierne uno.

    3) Postarlo nei commenti del suo blog.

    http://www.bonduelle.it/multimedia/jogging.php

    4) Spegnere il computer, bruciare il modem e scappare via prendendo solo lo stretto indispensabile.

  15. Mauro -

    mi sono dovuto strappare le orecchie per colpa tua!

  16. Giordano -

    No, Mauro. Non è vittima. Ha avuto semplicemente quello che si meritava, o, nel migliore dei casi, ha subito le conseguenze delle sue scelte. Non è una vittima. E’ solo un imbecille. Morto.

  17. Zeno fradello -

    Aahahha ho le lacrime dal ridere!!!! El “sdubido” piccolo Mauro 😀

  18. spino -

    guarda…quando lessi la notizia, usai le stesse identiche parole… non ti cito per plagio solo perchè concordo su tutta la linea 😛

  19. PEZ -

    sei grandioso…non avrei mai potuto dire di meglio. io da piccola prendevo la rincorsa dal corridoio, mi lanciavo sul letto matrimoniale di mia nonna in una grandiosa capriola in volo. a volte sbagliavo le misure e ..davo certe testate sull’armadio o sul pavimento. ero vittima del lettoning. oppure mi lanciavo con la bici sulla discesa del garage che terminava su una alto muro. il gioco era di non toccare mai i freni e nn tenere i piedi sui pedali. potete immaginare il miei carnefici: muro e cemento. ma avevo circa 7-8 anni io… XD

  20. Mauro -

    Stessa età e il rischio di frening era altissimo anche dalle mie parti! Ma a quanto pare, il vero pericolo per noi erano i lettoni dei genitori!

  21. Sandrella -

    Io fui vittima piu’ di una volta del comodining: sapete saltando in due ( io e mio fratello)su un letto singolo, c’è una lotta al territorio furibonda e in salto una lieve spintarella puo’ essere fatale/decisiva.
    I miei 5 punti in testa sono un bel segno della battaglia e li porto con onore.

  22. Sara -

    Mi fai morire dalle risate! E devo dire che in questo momento è la cosa che mi serve di più, dato che non sono capace di far ridere i miei capi posso postargli il tuo blog!

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