Il mestiere più vecchio del mondo: l’attore.

1 giugno 2010 da Mauro

Dignità autonome di prostituzione è lo spettacolo messo in scena da Luciano Melchionna partendo dall’assunto che l’attore, nella nostra amata penisola, viene trattato alla stregua di una puttana: un tanto al chilo.
Se per ogni attore (ma il discorso è chiaramente estendibile al regista, al fumettista, all’illustratore, al cantante, allo scrittore ecc ecc) che capitalizza il suo guadagno svendendosi a un mercato che fa dell’autoumiliazione la sua unica ragion d’essere, ve ne sono centinaia che non arrivano neanche a permettersi il lusso di sceglierla una condizione, che possibilità concreta rimane?
Quale reale prospettiva?
L’unica è accettare il proprio status utilizzandone le regole.
Prendere i colori della maglia che si è costretti a indossare e segnare più punti possibili.

E quindi s’aprano i cancelli del bordello!
Che il pubblico entri e si trovi davanti alle 30 puttane che stasera lo intratterranno con il loro stesso corpo, scalfito da piccoli e grandi palcoscenici, con le loro voci, rese roche dalle urla e dal canto, con i loro occhi, solcati di lacrime di piacere e malessere, con i loro gesti, mai uguali perché ogni cliente è unico e mai così diverse perché è per quelle movenze che studiano e lavorano da una vita.

Nella meravigliosa scenografia del Casale della Cervelletta, subito fuori Roma, la notte diventa un luogo dello spazio, ignaro del tempo.

Comprando il biglietto ricevi 4 dollari con i quali potrai pagare le performance delle puttane che più riusciranno ad attirare la tua attenzione e contratterai con i loro protettori il prezzo che ritieni adatto.
La francese, la pazza, il transessuale, l’inquisitore, la soubrette, l’onanista, il meccanico, il criminale balcanico, per ognuno di loro c’è uno spazio che li descrive e poco importa che siano le cantine del casale, o la macchina nel parcheggio, dove la puttana che non è stata ritenuta adatta a lavorare nel casale racconta la sua storia alle tre persone che riescono ad accomodarsi sui sedili.

Ognuno dei clienti/spettatori si fa il suo spettacolo determinando su chi investire i propri soldi che, una volta terminati, possono essere nuovamente acquistati in biglietteria.
Ed è così che per la curiosità di conoscere tutti i colori di queste validissime caratterizzazioni si è portati a tornare, e a spendere per vedere e continuare ad avere.

Dall’apertura dei cancelli del casale intorno alle 21.30 fino all’1.00, i 30 attori non escono mai dai personaggi e, al di fuori della loro esibizione, continuano ad arricchire i contorni della creatura che interpretano improvvisando per tutta la serata con gli avventori.
Ed è facile venire adescati anche mentre ci si rilassa in serenità sulle panche dell’area ristoro tra un panino e una porzione di fragole fresche con la ricotta fatta in casa.

Lo spettacolo, arrivato ormai alla 102esima replica, chiude la stagione andando in scena stasera e domani per l’ultima volta.
Se abitate in zona, io un saltino lo farei.

Questa la location:

Questi gli attori

Questa la presentazione dello spettacolo in un’intervista all’autore Luciano Melchionna:

E questo il mercato della carne, il momento in cui vengono presentati i personaggi:

Stellette? 8 su 10

2 commenti

  1. il decu -

    Che bello!

  2. Sandrella -

    E’ stata un’esperienza grandiosa, sembrava di assistere veramente a spaccati di vita di quelle persone, la recitazione a 360 gradi i personaggi, personaggi fino alla fine.
    Per me non erano attori, ma amici che ho incontrato una sera e che mi hanno raccontato la loro storia.
    Bellissimo.

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