Francesco Mastrofini, amministratore responsabile di Rainbow Cgi, nasce trentotto anni fa nella stessa città in cui ha compiuto ogni sua impresa e dove tutt’ora vive: Roma.
Lo guardo dalla porta a vetri della sua stanza qui in Rainbow CGI.
E’ al telefono.
Vuole che si percepisca che non ha segreti, quella della porta a vetri è la sua trasparenza e mi fa cenno di aspettare un minuto e sarà da me.

Nella stessa telefonata sorride e s’incazza, si preoccupa e tranquillizza. Gestisce e media, poi attacca.

Mediazione. Una parola che ricorrerà altre volte nell’intervista è che è il dogma su cui Francesco ha impostato la sua carriera. E’ lui che dovete ringraziare quando non vi mando affanculo. Me l’ha insegnato lui.

Si, mi sta sollevando!

Entra nella nostra sala riunioni (anche quella completamente a vista) si siede di fianco a me, mi dice che deve farmi vedere le nuove foto che ha fatto.
Saranno tramonti e paesaggi. Francesco fotografa tramonti e paesaggi talmente bene che riesce a farli sembrare interessanti persino a me.

Frà ti rendi conto che il tuo nome è l’unico comun denominatore di tutta l’animazione cgi cinematografica italiana?

Beh dai non è proprio l’unico! In Italia esistano tantissimi ragazzi e notevoli talenti che posso vantare una tale qualifica.
Forse quello che mi differenzia rispetto ad altri è che fin da ragazzino invece di vedere me come centro del mio lavoro, mi sono sempre visto capace di dare il mio contributo stando al centro del lavoro di altri.
E per quanto lavori con la grafica da sempre, non credo di avere neanche il 5% delle capacità in CGI dell’ultimo degli artisti che lavorano con me oggi.

Le leggende narrano di un ragazzino che vendeva per strada giochi piratati del commodore 64 e che oggi si ritrova ad amministrare la più importante realtà italiana di cinema d’animazione.
Ci racconti un po’ chi è Francesco Mastrofini?

Che gran macchina che era il C64!
Credo di essere stato uno dei primi che vendeva giochi pirata, quando i pirati erano ancora quelli con le bende sull’occhio, la spada e la barba lunga.
Saltando i particolari che potrebbero farmi finire dentro, ti dico solamente che a 13 anni avevo due collaboratori che coordinavo per la produzione delle compilation di giochi, che vendevamo rimorchiando coetanei all’entrata dei negozi dove si vendevano gli originali.

Bei tempi quelli, per i nostalgici erano giorni in cui i giochi si registravano grazie a dei folli che su delle frequenze radio (baracchini e simili)  trasmettevano un rumore incomprensibile che, una volta registrato su una semplice cassetta musicale ti permetteva di ottenere la copia del gioco.
Fantascienza? Mica tanto!, la vera fantascienza era quando dovevi cercare di allineare la cassetta nel registratore del C64 mettendogli sotto degli spessori di carta mentre era in play!
Io avevo una scatola di scarpe con tutti gli spessori possibili, fatti con giornali, riviste cartoncini di ogni tipo, e non poteva quindi mancare il cartoncino preferito, quello che faceva funzionare ogni cosa, fatto con il cartone della base della confezione delle girelle motta! Pagherei oro per riavere quel cartoncino e una girella di quei tempi!

Come si suol dire… meglio fare delle proprie virtù un’ occasione… credo che le mie virtù siano legate alla capacità organizzativa, la visione dell’insieme, la programmaticità e l’indubbia predisposizione alla mediazione. Che noia, vè?
Invece no, questa predisposizione mi ha dato,  fin da quando avevo 18 anni, la possibilità di stare a contatto con tantissima gente, ragazzi, manager, artisti, tecnici, capi e imprenditori, politici, avvocati, aziende di ogni tipo e misura, e ogni sorta di strano figuro che possa aver vantato un intervento in questo bizzarro settore.
Mi ha offerto la possibilità di viaggiare e confrontarmi con culture professionali differenti, di litigare, di comprendere, di emozionarmi dietro le lacrime di un ragazzo che dopo tre anni di duro lavoro vedeva per la prima volta la sua fatica premiata. Tutto questo mi ha regalato un esperienza che oggi riutilizzo in qualsiasi livello della mia sfera professionale o personale.
Il mio lavoro è la gente.
E la gente mi ha fatto crescere e continua a farlo tutt’ora. Imparo continuamente da tutti quelli che hanno la voglia di confrontarsi con me, e con cui cerco di arrivare sempre un po’ oltre.

E’ per questo che rimango ancora dietro a questo tavolo, e non ho ancora mollato per il chiosco di lemoncocco alle Maldive di cui spesso parliamo!
Il confronto con chi lavora con me è la mia più grande passione, e quando alla fine di una produzione vedo tutta la gente commossa, applaudire felice per aver vinto quell’ennesima sfida, mi rivedo velocemente in tutti gli step che mi hanno portato a quel punto, da quando ad esempio stavo nel mio giardinetto con un portatile sulle gambe a fantasticare di che capperi di azienda avrei fatto se ne avessi avuto l’opportunità.
Beh, posso affermare con certezza che la Rainbow CGI è venuta un po’ meglio di un cappero!

Come ti sei presentato al cospetto di Iginio Straffi e, soprattutto, come hai fatto a convincerlo?

Tutto è cominciato quando ho visto in Iginio e la sua Rainbow, qualcuno da cui valeva la pena farsi conoscere, presentare la mia azienda dell’epoca…  e tutte quelle solite manfrine da fornitore che cerca disperatamente lavoro!
Io vantavo già un buon team e avevamo investito qualche bella nottata nel fare un promo, uno dei centomila promo che in Italia facciamo per dimostrare le qualità degli artisti nostrani.
Per un po’ non ottenni risposta.  A questo aggiungi, le difficoltà enormi per tenere su un azienda alla tenera età di 27 anni con una trentina di persone a stipendio, per poi prendere una sonora mazzata dal furbone di turno che arriva sempre a romperti le uova nel paniere.
Tutto verteva quindi verso il chiosco di lemoncocco quando è lo stesso Straffi a contattarmi e a propormi un incontro.
Mi parla di un film e a me non sembrava vero di avere la possibilità di rimettere su il team composto da quelle persone che stimavo profondamente e quindi, tempo 4 mesi, la Rainbow Cgi era nata, col folle obiettivo di far uscire un lungometraggio d’animazione l’anno.
Qualche telefonata, una pizza con qualche vecchio amico della passata avventura, e via per la nuova sfida!

Da li in poi c’è la storia di questa bella realtà che insieme a tutti quelli che fino ad oggi ci hanno messo anche solo un dito dentro, siamo riusciti a tirare su.
Con la speranza che il nostro condottiero Straffi ci permetta di continuare a crescere e che noi riusciremo a ripagarlo degli sforzi che sta facendo con un bel riscontro al botteghino!
Per Winx II ci siamo veramente fatti in quattro e stiamo tutti incrociando le dita.

Cosa è per te oggi la rainbow cgi?

Una seconda casa… e sicuramente il maggior risultato professionale ottenuto fino ad oggi.
Un team forte, aggressivo, tecnicamente formato e in continua evoluzione. Un management di prima scelta, formato a suon di spigoli e capace di imprese memorabili.
E non scherzo se dico che il nostro lavoro non è banale.
Siamo in trincea, bisogna avere passione e volontà. Non è facile fare quelli che inseguono gruppi internazionali di primo livello, partendo da un mercato piccolo quale è quello Italiano e con uno stato che tutto sommato non agevola molto il nostro settore.

Rainbow CGI credo sia un esempio di contrasto a tutte le lamentele che da 20anni sento in questo settore, che dimostra giorno dopo giorno che la volontà e la passione di chi ci lavora fa la differenza e non solo la disponibilità economica.
Quante aziende negli ultimi 10 anni pur partendo con ingenti capitali, sono collassate prima di far uscire i prodotti?
Non sono mai stati solo i capitali a disposizione, ma una giusta equazione fra volontà e passione a partire dal primo condottiero fino ad arrivare a chi contribuisce spazzando per terra.
Ognuno in CGI da un contributo essenziale e siamo decisamente una società meritocratica.

Che effetto ti fa sapere che Winx 2 sta per uscire in tutte le sale italiane?

Sinceramente il mio momento di massimo orgoglio è stato quando abbiamo fatto lo screening con tutto lo staff realizzativo.
E’ stato fantastico perché abbiamo riempito la sala Fellini di Cinecittà, e fino a quel momento non mi ero reso conto di quante persone avevano lavorato insieme a me.
Un applauso finale di dieci minuti, lacrime sorrisi, gioia e qualche sospiro, di quelli che sottolineano che anche questa volta, con volontà, passione e caparbietà… abbiamo chiuso questo film.

Per il resto incrocio tutte le dita, anche quelle dei piedi e spero piaccia, che il film trasmetta tutto quanto gli è stato messo dentro, compreso lo sforzo di Straffi che nonostante i mille impegni e l’impero da tenere, non manca mai di chiamare, mandare mail di correzioni e di intervenire fino a tarda notte.
Al di sopra di qualsiasi commento che possa arrivare sul film, lo ritengo un esempio di impegno e di passione che avrà prima o poi il suo successo anche nel cinema d’animazione.

Ok abbiamo capito da dove vieni e a che punto sei ora. Dove sarai domani?

Spero insieme a te, a Veronica e Gianni, a Gianmario, a Vinz e Iginio, a tutti quelli che non nomino ma che di diritto si sono guadagnati il rispetto reciproco e di quest’azienda e per un futuro di soddisfazioni. Poi anche al mare su una spiaggia bianca a raccogliere paguri.

Com’è la situazione dell’industria dell’animazione italiana?

Quale industria? Attualmente siamo soli!
Spero si crei mercato, competizione, perché dalla competizione si cresce. Per ora vedo noi che fatichiamo e molti che periscono.

Hai appena deciso di regalarmi un film d’animazione. Quale?

Cattivissimo me!
Ho riso dal primo titolo di testa fino all’ultimo di coda. Leggero, brillante, divertentissimo, ben curato nel design, animato benissimo, un esempio per me della fine del dominio PIXAR, non perché sia allo stesso livello tecnico (perché non lo è!), tantomeno per la storia che è decisamente meno costruita, ma uno dei primi film di animazione dove all’uscita mi sono detto “lo vado a rivedere altre tre volte”.
Il mercato internazionale sta crescendo e si stanno facendo spazio idee e progetti interessantissimi.
E’ per questo che rimango fiducioso anche per noi.

Appurato che tu ci metterai i soldi e io gestirò la clientela, quante cameriere assumiamo per il nostro chiosco di lemoncocco alle Maldive?

Fammi capire, io ci metto i soldi, quindi rischio il capitale, tu invece ti dedichi alle clienti fighe?!
Che vita da sfigatto  che mi riservi!
Io mi vedo sulla barca a vela con la benda sull’occhio con i miei bambini a giocare ai pirati.
E il chiosco di lemoncocco lo apri tu, cosi io vengo, lo saccheggio, faccio prigioniere quelle poveracce che sono cascate sotto i tuoi sproloqui e a te ti faccio camminare sul trampolino della morte… sai quello con sotto gli squali?

La mente da matematico col corpo e lo stesso taglio di capelli di Vin Diesel. Come si sposano questi due aspetti?

La mente da matematico è una tua pia illusione, io se non avessi excel sarei finito, e per capirci, alle somme e alle sottrazioni ci arrivo ma già alle divisioni mi arrendo!
Per il fisico da Vin Diesel ti ringrazio ma secondo me ci vedi male, dato che hai un naso enorme che evidentemente ti nasconde  alla vista i mie fianchi da mangiatore di girelle motta!
Per la capigliatura è semplice arrivarci, prova a lavorare come produttore esecutivo di film di animazione in Italia, popolo di scrittori e poeti, allora si che ti viene la capigliatura alla vinDiesel.

Che musica ascolti mentre ti alleni?

Tutta, senza nessun limite, cambio genere continuamente e  la cosa che faccio più spesso è intrufolarmi nelle content dei computer dei miei collaboratori e fregargli le compilation, almeno sono sicuro che vario molto.
Ecco, questo mi sa che non lo dovevo dire!
Comunque la musica energica, forte e che da scariche adrenaliniche, sai sono un po’ da sport estremi, come VinDiesel, per l’appunto!

Stasera restiamo a lavorare fino a tardi, che ci mangiamo?

Latte e nutella Mauro, basta che non mi fai bere che, come sai, finisco al pronto soccorso!

E quanto sia vera questa frase l’abbiamo scoperto insieme quattro anni fa, festeggiando l’uscita del primo teaser di Winx con un brindisi di rum e pera.
E’ bastata la quantità di uno shottino per fargli salire la febbre a quaranta e lasciarlo a casa per dieci giorni.

Quindi, per salutarti e ringraziarti di questa intervista mi limito ad offrirti una coca zero… e a dedicarti questo video, con una notevole chicca finale:

Vincenzo Nisco, classe ’59 è disegnatore, layout artist, direttore artistico.

Riveste per Rainbow Spa il ruolo di supervisore generale in Rainbow Cgi.
Un curriculum capace di far girare la testa, brand del calibro di Tarzan, Lilo e Stitch, Jungle Book, Lion King, Bambi e la Sirenetta, sono passati per le sue mani.

Pluripremiato per il suo lavoro in Disney, è la persona che più di ogni altre mi ha aperto gli occhi su come vanno fatte le cose. Su come si lavora.
Nel modo più diretto possibile ha preso la mia esperienza (che, stoltamente, ritenevo di buon livello avendo già lavorato per diversi commercials e videoclip) dicendomi: “Ok, tutto quello che sai è sbagliato. Vuoi imparare veramente?” Detto ciò mi ha fatto strappare gli storyboard prodotti fino a quel momento e siamo ripartiti da capo.

Ragionando dal come va impostato un layout  al come si arriva alla scena finita.

Molto di quello di cui parlo oggi lo devo a lui.
E il fatto che mi ritenga sia un valido collaboratore che un amico è, per me, fonte di orgoglio perenne.

Questa è la sua intervista:

Ciao Vincenzo, di te si racconta che hai posato come modello per vari fumetti, che hai lavorato per 12 film Disney, che hai inventato tutto il design di un parco a tema in Malesia  e che hai sfondato con la tua auto il cancello della villa del sultano.
Cosa c’è di vero?

In effetti sono tante le verita’ in questo mezzo secolo della mia vita, alcune andrebbero scritte, altre solo raccontate davanti ad un bel bicchiere di vino tra amici.
Per fare le pose che disegnavamo nei fumetti, ci facevamo le foto….ne ho conservata solo una.

Si, il mio nome compare nei credits di film Disney…..ho passato qualche anno in Malesia come character designer di un Parco a Tema, illustratore per una casa editrice malese, poi in una agenzia pubblicitaria a Singapore…..dentro la tenuta del Sultano mi ci sono ritrovato dopo qualche bicchiere di troppo….!

Il che, a livello di curriculum, mi sembra senz’altro il risultato più importante! Tornando seri, ci accomuna la passione per i fumetti che tu facevi quando io non ero ancora spermatozoo. Mi parli di quel periodo e di cosa voleva dire lavorare in uno Studio?

Quello e’ stato un bel periodo…ho iniziato giovanissimo, facendo da spalla a fumettisti importanti, realizzando le matite delle ambientazioni in fumetti per adulti: la famosa gavetta diciamo…! Si lavorava tanto e di piu’ soprattutto quando poi c’era quel disegnatore che non aveva consegnato o quello che si era ammalato…e ti veniva chiesto di disegnare 100 tavole in 15 giorni per riparare al “buco”.
Poi l’incontro con Ruggero Giovannini ed il mio ingresso nel team della Lancio e da li poi Intrepido, Balboa, Demon Hunter e molti altri. Mi ritengo uno dei fortunati nel ricordare i miei incontri con Galleppini, Tacconi, Giolitti, Magnus, D’Antonio….!

Un tarantino in Australia alla corte del grande topo. Com’è stato lavorare con i più grandi?

Il sogno Disney era nel cassetto fin dagli inizi. Lavorando agli albori delle TV commerciali, realizzando con uno studio a Taranto varie pubblicita’ e sigle televisive colorando acetati e “riprendendo” gli stessi con una cinepresa 16 mm….con la sorpresa del risultato di cio’ che avevi fatto solo settimane dopo la stampa della pellicola….!
Poi quel cassetto si e’ aperto e mi sono ritrovato proiettato in quel mondo che da ragazzo mi sembrava davvero irraggiungibile. Anche li, la fortuna di aver incontrato i grandi come dici tu, da Glenn Keane ad Andreas Dejas, da Ray Harryhousen a Peter Jackson…!

Con Glean Keane

Con Ray Harryhousen

Che metodologie di lavoro hai riscontrato?  Cosa non ti saresti aspettato e cosa hai imparato?

Disney e’ una grande scuola e a Sydney, dove ho lavorato tanti anni, ho capito che il disegno non e’ solo legato all’uso della matita ma soprattutto nel comprendere che cio’ che andavi ad esprimere su un foglio doveva essere comunque disegnato e studiato bene prima nel tuo cervello.

Ok, dopo esserci rifatti gli occhi con queste chicche spiegaci com’è avvenuto il passaggio dalla Disney alla Rainbow. Hai preferito tornare in Italia rifiutando contratti con alcune tra le maggiori compagnie mondiali, come mai questo passo?

Avevo gia’ conosciuto Straffi e la sua forza realizzando da freelance dall’Australia alcuni storyboard per le prime serie di Winx.
Le promesse di Straffi nel convincermi che anche in Italia esisteva una realta’ importante come la Rainbow, hanno avuto ragione su altre. Poi l’idea di mettere a disposizione la mia esperienza, su prodotti italiani mi ha dato la spinta necessaria rientrare….e oggi non mi pento del passo fatto.

Per Winx 2 hai svolto il ruolo di direttore artistico insieme a Marco Marini e di supervisore generale per Rainbow Spa. Cosa rappresenta per te questo film?

Tutta la soddisfazione nel vedere i traguardi raggiunti dal team della Rainbow, che ha saputo affrontare un impresa come quella di un film di animazione 3D stereoscopico che in Europa non ha mai fatto ancora nessuno. Il risultato e’ eccellente e non solo grazie a figure come il grande Marini ma anche tutti gli altri ragazzi del gruppo ne possono essere orgogliosi.

Storyboard di Winx 2. Cliccare per ingrandire.

Storyboard di Winx 2. Cliccare per ingrandire.

Quali sono i tuoi maestri e quali i tuoi allievi?

Ho amato John Buscema e Neil Adams….ed ovviamente…i Disney “nine old man”!
Non ho piu’ allievi, mesi fa lo erano i ragazzi della Rainbow, ora sono preziosi colleghi!

Consigliami il tuo film d’animazione preferito.

Winx 2…..naturalmente!!!!!

Ahahahah maledetto, ok allora dimmi qual è un cd che mi regaleresti.

Harvest…di Neil Young!

Ce l’ho. Almeno tira fuori dal cilindro un’edizione rara e autografata dalla mamma di Neil, tanto m’hai abituato a cose simili. Detto ciò, cosa ti piacerebbe fare, ora?

Smettere di sognare l’acquisto della villa di George Clooney!

Il campo dell’animazione italiana (ma anche quello, più ristretto, della cgi in genere) è un ambito di cui poco si conosce e poco viene divulgato al grande pubblico.

Ci sono nomi, figure, con esperienze internazionali e un vissuto che riempirebbe pagine e pagine di libri di testo.

Un mondo inesplorato dai mezzi d’informazione di massa, dalla stampa e anche dalla rete che, pur restando l’unica fonte a cui attingere per ottenere notizie, continua a restare appannaggio di pochi appassionati o di poco accessibili forum frequentati da addetti ai lavori.

Un mondo sconosciuto di persone dai ruoli diversissimi che si sbattono per far si che il livello delle produzioni italiane possa salire sempre più in alto aggiungendo tacche su tacche alla qualità della proposta.

E’ per questo che, dopo l’intervista a Iginio Straffi, ho deciso di presentarvi una serie di figure cardine all’interno della Rainbow Cgi che, in un modo o nell’altro, fanno parte della storia italiana dell’animazione.

E’ un primo, piccolo passo, che spero mi porterà anche a farvi conoscere delle personalità che appartengono ad altre realtà e che meritano di essere conosciuti.
Anche al di fuori del nostro stesso settore.

Si comincia subito.

L’avevo promesso ed eccolo qui.
Finalmente potrete ammirare personaggioni del calibro di Giovanni, Federico e soprattutto (udite, udite!) Marco Marini, alle prese con una videocamera puntata su di loro.

E comprendere quali e quante figure si sono smazzate quotidianamente per portare il film al cinema.

Buona visione!

Regia di Ivan Silvestrini.

[Aspettando Winx 2] Mamma le turche!!!

25 ottobre 2010 da Mauro

In Turchia le Winx mietono un successo dietro l’altro e quindi, per il nuovo film, hanno deciso di affidare tutta la colonna sonora alle Grup Hepsi, una sorta di famosissime Spice Girls locali.

Questo il videoclip promozionale:

e questo il backstage:

Siccome voglio assolutamente sapere che fine ha fatto la quarta Grup Huepsi, le invito ufficialmente a visitare i nostri studi nelle vesti (poche) di ambasciatrici turche.

Qualora accettassero, sarete i primi a saperlo!

[Aspettando Winx 2] BACKSTAGE!!!

24 ottobre 2010 da Mauro

SiOre e SiOri del gentile pubblico, è con summo orgoglio che vi mostro il primo backstage ufficiale di Winx 2.

Oltre a questo, che sta già spopolando in tv, esiste anche un taglio da 11 minuti, molto più ricco e completo, in cui compaiono e dicono la loro altre importanti figure cardine per la realizzazione del film, ma ve lo mostrerò al momento giusto.

Ognuna delle persone che vedete inquadrate anche solo per un fotogramma ha dato il CUore per far si che questo lungometraggio segnasse un nuovo piccolo traguardo nella storia del cinema d’animazione italiano.

Stimateli.

(e si…  so che è difficile, ma per un attimo smettete di pensare a QUANTO stile io abbia, pur essendo grasso)

(e si… quelli che vedete in stanza con me sono Giovanni Masi e Federico Rossi Edrighi. Uiiiiii!)

(e si… la regia è di Ivan Silvestrini!)

Intorno a Iginio Straffi circolano leggende pari a quelle dei grandi personaggi del secolo scorso.

C’è chi lo considera un genio, chi ne sparla appena può, chi lo adora incondizionatamente, chi sostiene sia un bluff, e chi afferma che non abbia ancora raccolto quanto meriterebbe.

E questo è ovvio che accada quando una persona riesce, rimboccandosi le maniche, a passare dal tavolo da disegno alla gestione di un impero milionario che si stende lungo i quattro angoli del globo.

Ho iniziato a collaborare con lui nel giugno del 2006 e quello che posso dire con assoluta certezza è che non c’è stato un giorno in cui non l’abbia visto lavorare.

Iginio è uno di quegli insoddisfatti cronici capaci di non prendere sonno se ritiene che una sequenza possa essere migliorata, che un effetto sonoro possa arrivare meglio il momento successivo, se un contratto rischia di essere rimandato.

E’ il comandante che, quotidianamente, lascia la nave solo quando anche l’ultimo mozzo è arrivato a casa da un pezzo.

Persone simili ti mettono costantemente alla prova, alzando giornalmente l’asticella della qualità verso l’alto e portandoti a superare quelli che, in quel momento, vedi come limiti.

L’intervista che leggerete qui sotto mi è stata rilasciata di sera, tra le diciannove e le venti, nascosti in una stanza per evitare di essere scoperti da qualche caporeparto che voleva fargli revisionare una sequenza o dalla segretaria che aveva bisogno di segnargli un appuntamento.

E’ stata la prima ora in più di quattro anni, in cui il suo cellulare era spento e nessuno è entrato a recapitargli un messaggio.
La prima ora in cui l’ho visto, completamente, libero.
Un’intera ora in cui Iginio s’è scrollato di dosso il fardello dell’imprenditore/creativo/regista/disegnatore/produttore/tuttofare e ha messo davanti a tutto l’uomo, con le sue vittorie, le sue debolezze e anche i suoi rimpianti.

E’ stato un bel parlare e sono convinto che ne uscirà un profilo interessante e, sotto alcuni punti di vista, inedito.

Buona lettura.

Ciao Iginio e benvenuto su queste pagine.
Tra meno di un mese il tuo secondo lungometraggio cinematografico sarà in tutte le sale italiane.
Come stai?

Sicuramente più tranquillo della volta scorsa. Anche perché siamo coscenti del gran miglioramento raggiunto rispetto al primo film, sia a livello di know-how che di gruppo. Siamo cresciuti in esperienza e questo ci ha portati a realizzare un film più completo del primo per quanto riguarda la qualità visiva, la qualità della storia raccontata e la qualità degli stessi processi produttivi.  E questo anche grazie al tempo in più che abbiamo avuto.
L’unica incognita che rimane aperta è la più importante: riuscirà questo nuovo film a fare breccia nel pubblico delle Winx? Io sono convinto di si, ma quel minimo d’incertezza del risultato c’è sempre.

Quindi stavolta riuscirai a sederti rilassato e a goderti il film?

Si, anche se poi è inevitabile che inizi a salire, come una febbre, la voglia di sapere come si sta comportando il film nelle sale e quindi di andare a controllare, soprattutto durante il primo weekend, quali saranno le reazioni degli spettatori. Se risponderanno bene ai momenti commoventi come a quelli più divertenti. Sono sicuro che tra il venerdì e la domenica passerò in sala la maggior parte del mio tempo!

Winx – il segreto del regno perduto (N.d.M.: il primo film delle Winx, uscito nel novembre 2007) raccontava la naturale conclusione della trama iniziata addirittura nel primissimo episodio della serie animata. Qual è stata invece la spinta per questo secondo capitolo? Cosa volevi raccontare?

Per ogni storia che si chiude ce ne sono almeno altre cento che si aprono. Come ben sai, visto che abbiamo lavorato tanto insieme (N.d.M.: le riunioni sulla storia di Winx 2 sono effettivamente cominciate tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007) lo snodo principale doveva essere legato al rapporto tra i ritrovati genitori naturali di Bloom e i suoi genitori adottivi. Sentivo di dover “fare giustizia”, dopo aver dedicato tutto il primo film ai genitori naturali, volevo sottolineare la mia posizione rispetto ai genitori adottivi con cui Bloom ha vissuto tutta la sua vita, raccontando come “genitore” sia chi cresce, conosce, e comprende il giusto modo d’interfacciarsi con la propria figlia.
Poi ovviamente c’erano tantissimi altri aspetti, Bloom che si ritrova ad essere principessa del regno che ha salvato ma non esista un secondo a mettere in dubbio la sua posizione quando viene posta davanti alla scelta tra  lasciare il suo Sky o abbandonare il regno. Poi, come in tutte le storie delle Winx c’è la fiducia come collante di ogni amicizia,  e questo tanto tra sei piccole teenager, quanto tra due re costretti a prendere decisioni che sembrano mettere a rischio qualsiasi legame.

La famiglia non come istituzione ma come legame, la fiducia e le difficoltà nel compiere una scelta. Tematiche che poco hanno a che fare con quella che è la percezione comune di un certo tipo di critica per la quale Winx è soltanto sinonimo di superficialità e falsi valori.

Che effetto ti fa imbatterti in critiche del genere?

Beh, all’inizio mi arrabbiavo moltissimo, oramai non dico di averci fatto il callo, ma sono talmente abituato a superare le critiche superficiali di chi, magari, ne parla senza averne visto un singolo episodio, che non mi toccano più di tanto. Sono certo di aver costruito dei modelli che esaltano, appunto, i valori positivi a cui tengo e a cui teniamo e che non hanno nulla a che fare con quell’immagine tutta legata alla moda, ai trucchi e all’apparire che affibbiano alle Winx magari basandosi solo sull’immagine di un giocattolo. Certo, sono anche prodotti come quelli che finanziano i film, questo però non vuol dire che possano intaccare il messaggio reale che comunichiamo in ogni episodio, sia televisivo che cinematografico.

Le winx nascono con un tuo disegno su carta e dopo pochi anni diventano un brand riconosciuto in tutto il mondo. La mia massima aspirazione è raccontare storie che emozionino chi le fruisce, ma anche nelle mie più sfrenate fantasie non riesco a immaginare di riuscire ad arrivare a farmi ascoltare in tutti i continenti. Tu che ci sei riuscito… cosa si prova? Com’è inventare qualcosa che entra nel linguaggio comune?

Mauro, lavoriamo a stretto contatto da tanto tempo quindi devo essere molto sincero con te. Se un po’ mi conosci, avrai capito che se avessi la possibilità, la fortuna anche, di poter fare solo il creativo, solo il regista, avrei anche la gioia di godere un pochino di più di quanto stiamo facendo. E anche un po’ di tutto il resto, anche della vita, forse.

Il problema è proprio legato al ruolo che ricopro e che consiste nel mandare avanti questa baracca che è cresciuta negli anni e ora è uno dei gruppi più importanti per l’animazione, europea quantomeno. Questo fa si che ogni giorno devi inventare qualcosa.
Perché basta distrarsi un attimo, o dare le cose per scontate, e la macchina si blocca. E bloccare una macchina significa mandare a casa dei professionisti, perdere del know-how faticosamente costruito… e questo ti porta ogni giorno ad avere questa specie di maledizione, un po’ per quel fuoco d’ambizione personale di voler riuscire a fare una cosa piuttosto che un’altra, un po’ perché senti la responsabilità morale verso le persone che lavorano con te. Questo tipo di realtà che ti porta necessariamente a dover sempre pensare al prossimo obiettivo, a come fare per tenere tutto comunque in movimento e a creare progetti per il futuro, ti porta a non restare fermo sul momento, col rischio di non goderti mai veramente niente.
I giornalisti domandano sempre: “Lei come si sente ad essere stato il primo italiano che… ecc ecc” e io rispondo: Ho faticato e fatico ancora tanto. Per raccontare una storia nuova, per dargli un appeal interessante, per negoziare contratti, per convincere le tv di tutto il mondo. E anche raggiunto l’obiettivo, c’è sempre il next, il prossimo passo, l’accorgersi di essere in ritardo con quel progetto con la Francia, con il parco a tema, con il film sui gladiatori ( N.d.M.: il prossimo lungometraggio cui sta lavorando la Rainbow Cgi, da una sceneggiatura scritta in collaborazione con Michael Wilson, sceneggiatore di Ice Age) .
Abbiamo superato la fase in cui dovevamo preoccuparci dell’anno successivo, adesso ti trovi a muovere pedine per le quali vedrai i risultati tra quattro o cinque anni e mantenere questo tenore, nella mia situazione attuale, è imperativo.
L’unico modo che conosco per staccare da questo loop che appare senza via d’uscita è restare aggrappato a quello che sono veramente. E io sono una persona che non vuole staccarsi dalla propria terra e che sta bene quando partecipa ad una delle festicciole organizzate in campagna dal padre. E in quelle tre ore t’accorgi che tutto perde importanza e ti impegni in cose che ti rilassano e ti fanno stare bene.
Poi però il pensiero ritorna, è sempre lì, e finisce che gli altri si accorgono che t’incanti e non sanno che stai pensando: “devo mettere a posto quella cosa,  sennò tra due anni si ferma tutto”. Anche queste due nuove serie televisive delle Winx, realizzate in coproduzione con Nickelodeon, sono anche utili per riempire un grosso periodo di lavoro tra un film e l’altro. Per fermarti e ritenerti soddisfatto di quello che hai fatto devi fare solo l’autore. Bisogna essere predisposti.

Parliamo un po’ di fumetti. Dici sempre che sono il tuo primo amore e la tua passione.
Quali quelli che ti hanno segnato e con quale autore ti piacerebbe collaborare? Quali, infine, trasformeresti in cartoni animati di successo?

Sicuramente in cima alla mia lista ci sono fumetti italiani. Cito sempre gli imprescindibili Corto Maltese e Ken Parker, perché sono personaggi a cui devo molto e che hanno scandito i giorni della mia formazione, da ragazzo. Sia per quanto riguarda le storie che raccontavano sia per i disegni che le descrivevano imprimendole nella mia mente.
Sono legato quindi a tantissimi disegnatori italiani che oggi lavorano per Bonelli e che magari qualche anno fa riempivano le pagine di riviste come la storica Comic Art.
Come non citare Moebius o Bilal anche se gli autori per cui ho una vera passione sono Bernet e anche un certo Ruben Pellejero, anche lui  molto simile a Pratt nel segno ma non nelle storie. Un altro “prattiano” che ricordo con affetto per le storie di Frank Cappa è Manfred Sommer, ma in quel periodo era tutto un fermento e come facevi a restare impassibile davanti a un Giardino o a un Manara? La lista potrebbe durare all’infinito.
Sceglierne uno da trasformare in un cartone animato di successo è invece difficile perché, a differenza della tradizione giapponese o anche americana, in Italia è veramente arduo immaginarne una trasposizione. E’ stato fatto con Lupo Alberto e io c’ho messo del mio con Monster Allergy, ma nel campo del fumetto popolare per adulti non è così facile, ho provato a chiedere a Sergio Bonelli i diritti di Dylan Dog per farne un cartone animato che potesse piacere anche ai più grandi, ma per il momento non sembra ancora possibile.

Proponiamogli Zagor! Zagor sarebbe perfetto!

Dici che funzionerebbe?

Certo. E’ il più gran fumetto di sempre, come può non funzionare? Poi ci sono i boschi, con le liane e le paludi, l’avventura, quella specie di costume da supereroe… chiunque lo guarderebbe!
Ok, ammetto che parlando di Zagor
posso perdere di obiettività.

Tra i due del grande Nolitta io preferivo Mister No, forse più in linea con le mie corde.

E mi divertiva tanto Il comandante Mark che menava le mani e tirava di spada. Ma questi sono personaggi difficili per l’attuale mondo del cartoon perché ormai l’immaginario collettivo è dominato da personaggi che devono avere il superpotere o qualche marcata stravaganza, non è facile inserire degli eroi di stampo “realistico” come da nostra tradizione.

Invece parlando di live action… Dylan Dog ha tutti gli elementi per venir fuori come un bel film, ma io punterei anche su qualche storia di Ken Parker. Il cinema sembra nato apposta per raccontare il west e le sceneggiature che scriveva Berardi sembrano concepite per essere raccontate al cinema

Poi finchè Robert Redford non tira le cuoia…

Eh,  lì sarà dura anche perché Brad Pitt comincia ad invecchiare e Redford diceva che era il suo unico erede per stile e somiglianza.

Un’ultima domanda prima di salutarti. Cosa vuoi fare che non hai ancora fatto?

Si. Devo fare un film in live action.

Mi piace il “devo”.

Assolutamente. Live action con effetti.
Anche se a dirla tutta mi piacerebbe girare una commedia basata su una storia che ho in testa da tempo.  E quando dico “da tempo”, non scherzo visto che la scrissi nel lontano 1985 e ancora la sento dentro.
Bisogna che mi sbrighi.

Nel numero di Best Movie attualmente in distribuzione…

…siamo presenti in ben due articoli!

Nel primo c’è una semplice nota della partecipazione di  Winx 2 – Magica Avventura al Festival del Cinema di Roma.

Nel secondo, invece, c’è il resoconto di qualche ora passata nei nostri studi della Rainbow Cgi.

Se siete interessati a sbirciare dietro le quinte… accattatevillo!

[Aspettando Winx 2] Trailer.

30 settembre 2010 da Mauro

Il 29 ottobre uscirà nelle sale italiane il lungometraggio animato a cui sto lavorando (insieme a un mucchio di brava gente) dal – non troppo lontano – luglio 2007.

Ho deciso di inaugurare questo spazio per mostrare quanti, e quanto complessi, possano essere i passaggi produttivi che portano alla realizzazione di un lungometraggio animato in un contesto anomalo come quello italiano (in cui, una vera e propria industria dell’animazione, non c’è).

Troverete quindi, una serie di interviste e interventi di chi, per questo film, ha investito fino all’ultima goccia del suo sudore per far si che segnasse un nuovo punto d’arrivo nel contesto della cgi del Bel paese, partendo proprio da colui che, del mondo Winx è il creatore: Iginio Straffi.

Prendetelo quindi, come un lungo backstage in cui scoprirete come, per nessuno di noi, queste sei buffe personaggette siano robetta per ragazzine,  ma contengano tutta una serie di elementi che sono serviti per metterci alla prova sotto un milione di punti di vista diversi.

Dalla possibilità di mescolare il comedy con l’action, il fantasy e il romance, alla paura e la voglia di realizzare il primo lungometraggio animato stereoscopico italiano.
Dallo studio sui tessuti e le dinamiche alla sperimentazione di effetti sonori e musicali.
Dalla realizzazione di infiniti ambienti fino alla costruzione del modello del personaggio meno in vista di tutti.
Dal non accontentarsi di fare semplicemente il sequel del film del 2007 ma rimettendo tutto in gioco per cercare di alzare di qualche tacca il livello qualitativo della resa finale, partendo dai design fino ad arrivare all’ultimo frame compositato e color corretto.

Ogni persona, a dispetto di ruoli e gerarchie, è stata fondamentale per raggiungere questo risultato.

Qualcuno dirà che avremmo potuto fare meglio, qualcuno dirà che avremmo potuto fare peggio, questo non cambia il fatto che il film che uscirà in sala rappresenta esattamente le persone che c’hanno lavorato, nei tempi e nelle modalità a loro disposizione.

Ed io non riesco a non esserne orgoglioso.

Ecco il trailer ufficiale (visto in testa a Toy Story 3 e all’ultimo Shrek) realizzato puntando maggiormente all’aspetto comedy del film, lasciando intravedere soltanto alcuni degli aspetti legati all’ambito più avventuroso.

A questo ne seguirà un altro, volto completamente a sottolineare quanto sia presente e importante l’aspetto stereoscopico nel film, a ,quanto la visione di Winx 2 in 3d, sia realmente un’esperienza diversa dalla fruizione tradizionale.
Vedere muoversi in massa la platea di bambini presenti agli screen test realizzati internamente, per provare a sfiorare le sei winx o a toccare le magie che realizzavano, ci ha emozionati parecchio, soprattutto considerando che per noi è stato IMPERATIVO realizzare una stereoscopia attenta e conforme agli standard di sicurezza legati ai bambini.

Il nuovo trailer sarà presente sulle copie stereoscopiche di Cattivissimo me.

Questo invece è un filmato che realizzammo qualche tempo fa per un servizio televisivo e, seppure mostri shot non ancora completi come quelli del trailer ufficiale, è un’occasione per sbirciare alcune sequenze in più, in cui s’intravede la citta di Avram (completamente assente nel primo trailer) e qualche fata di menare, che male non ci sta.

Quest’ultimo video invece è una piccola chicca: il primo trailer ufficiale nella sua versione per la Russia.

Russia in cui, il fermento per l’uscita del film è così grande che, come potete vedere dalla locandina…

…il film esce persino prima che in Italia!

Finalmente è stato ufficializzata la partnership tra Rainbow e Nickelodeon.

Qui, spiegano chiaramente:

“La nuova partnership prevede che Nickelodeon, brand leader mondiale per bambini, abbia accesso ai diritti delle quattro esistenti serie televisive e ai due film Winx Club. L’accordo prevede inoltre lo sviluppo e la co-produzione della quinta e sesta serie animata.

“E’ entusiasmante aver la possibilità di collaborare con Iginio Straffi e Rainbow che ha riscosso un successo straordinario a livello internazionale attraverso questa property” afferma Cyma Zarghami, Presidente di Nickelodeon/MTVN Kids & Family Group. “Winx Club è un grande successo tra le giovani ragazze e siamo certi che a livello nazionale ci permetterà di colmare il gap nel target femminile tra i sei e gli otto anni”.

Iginio Straffi, Fondatore e Presidente Rainbow S.p.A., dichiara “Siamo molto orgogliosi di iniziare questa collaborazione con il più prestigioso network mondiale. Questa è una nuova sfida per le nostre magiche fatine che troveranno certamente un posto speciale nel cuore di ogni bambino americano ed inglese”.

“Riteniamo che la leadership di un brand a livello mondiale come Nickelodeon unita a un prodotto consumer molto forte come Rainbow ci permetterà di incrementare non solo l’audience di Winx Club ma anche future partnership a livello mondiale” affermaBob Bakish, Presidente di MTV Networks International.

Nickelodeon e Rainbow svilupperanno e co-produrrano la quinta e sesta stagione di Winx Club. Entrambe le serie saranno composte da 26 episodi l’una e saranno presentate nel 2012 sul circuito nazionale e internazionale Nickelodeon (fatta eccezione per l’Italia). Prima di lanciare le nuove stagioni, Nickelodeon introdurrà la property con quattro puntate speciali della durata di un’ora ciascuna basate sulle serie uno e due. La terza e la quarta serie sarà on air dal 2011.”

Qui, e qui, ulteriori approfondimenti.

E’ un onore aver collaborato con degli eccellenti professionisti (tra gli altri: Francesco Artibani, Lorenzo Bartoli, Katja Centomo, Alessandro Bilotta, e Giovanni Masi, sotto la guida costante e presente di Iginio Straffi) e ritrovarsi distribuiti negli states proprio dai massimi rappresentanti del settore.

E  adesso, lavorare a Winx stagione 5 e 6 co-prodotte proprio da loro… sarà un’avventura ancor più emozionante.

In tutto ciò, dalla prossima settimana, su questo stesso sito, inizierà una particolare promozione preparatoria al nuovo lungometraggio animato delle sei fatine.
Una serie di interviste esclusive alle figure che hanno svolto dei ruoli centrali e di supervisione durante tutta la durata della produzione.
E cominceremo proprio con il creatore delle Winx.

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